Assemblea annuale ASSICA 2025
Bruxelles, 26 giugno 2025 – Durante l’Assemblea annuale di ASSICA (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria), che si svolge oggi a Bruxelles nell’ambito della campagna europea “Trust Your Taste – Choose European Quality”, sono stati presentati i dati economici del settore. Nel corso del 2024, la produzione dei salumi ha registrato un incremento produttivo, trainato principalmente dalla domanda estera. La produzione complessiva ha raggiunto 1,165 milioni di tonnellate, segnando una crescita dell’1,2% rispetto al 2023. In aumento anche il valore della produzione, salito a circa 9.463 milioni di euro (+3,2%).
L’insieme delle produzioni del settore (comprese le lavorazioni dei grassi e delle carni bovine in scatola) ha presentato un fatturato di 9.787 milioni di euro, superiore (+3%) a quello del 2023 (9.498 milioni di euro)
"I dati del 2024 evidenziano una dinamica positiva sul fronte produttivo e dell’export, ma al tempo stesso pongono l’accento su un calo dei consumi interni che non possiamo sottovalutare. L’industria dei salumi conferma la propria capacità di competere sui mercati internazionali, ma occorre riflettere sui cambiamenti nelle abitudini alimentari dei consumatori italiani, promuovendo al contempo una comunicazione più incisiva sulla qualità, la sicurezza e il valore culturale dei nostri prodotti. Tuttavia, non possiamo dimenticare che sui consumi pesa anche la perdita del potere d’acquisto delle famiglie. Le famiglie italiane hanno visto i loro consumi mutare profondamente dal COVID-19, con l'inflazione che ha drasticamente ridotto la loro capacità d'acquisto nel biennio 2022-2023. Inoltre, sebbene il 2024 abbia mostrato alcuni segnali di cauto miglioramento, sul fronte dell’inflazione e anche dei prezzi di alcune materie prime, i costi di produzione nel nostro settore sono rimasti elevati, rendendo difficile competere sul mercato interno. I conflitti in Medio Oriente, in particolare quello tra Israele e Iran, rappresentano una grave preoccupazione per il nostro settore. Uno shock simile a quello generato della guerra in Ucraina, con la conseguente impennata dei prezzi energetici, già tra i più alti d'Europa, e dell’inflazione sarebbe difficilmente assorbito dalle famiglie italiane. Auspichiamo fortemente che questi scenari non si concretizzino e che vengano introdotte tutte le risorse per sostenere la nostra economia e il nostro settore” ha affermato il Presidente di ASSICA, Lorenzo Beretta.
I CONSUMI
Nonostante i buoni risultati produttivi, i consumi interni mostrano una contrazione. La disponibilità totale al consumo nazionale è scesa a 984.000 tonnellate (-1,3%). Il consumo apparente pro-capite di salumi si è ridotto a 16,5 kg (-1,3%), mentre quello complessivo di salumi e carne suina fresca è calato a 27,6 kg (-1,8%).
Struttura dei consumi: il prosciutto cotto resta in testa
La struttura dei consumi interni nel 2024 vede al primo posto il prosciutto cotto con il 28,1% del totale, seguito da prosciutto crudo (21%), mortadella e wurstel (19,7%), salame (8,5%) e bresaola (2,5%). Gli altri salumi rappresentano il restante 20,2%.
IMPORTANTE CRESCITA NEL 2024 PER L’EXPORT SALUMI
Superati i 2,3 miliardi di euro, in aumento anche i volumi
Il comparto delle carni suine e dei salumi italiani ha raggiunto nel 2024 un nuovo traguardo storico: secondo i dati ISTAT preliminari, le esportazioni hanno superato i 2.378 milioni di euro, con un incremento del +9,5% in valore e del +12,9% in quantità, per un totale di 229.888 tonnellate spedite all’estero. Un risultato straordinario ottenuto nonostante le difficoltà legate alla Peste Suina Africana (PSA), alle restrizioni sanitarie e al contesto geopolitico complesso.
La crescita ha riguardato tutte le principali categorie merceologiche, con risultati particolarmente brillanti per i salami, la mortadella e i prosciutti crudi stagionati.
Il settore dei salumi si conferma tra i più dinamici dell’agroalimentare nazionale, con una crescita in valore superiore a quella dell’industria alimentare nel suo complesso (+8,6%), in netta controtendenza rispetto al calo generale dell’export italiano (-0,4%). Il saldo commerciale del settore ha raggiunto 2.064,8 milioni di euro, segnando un +10,1% rispetto al 2023.
“Il 2024 si è chiuso con risultati eccellenti per l’export dei salumi italiani, che confermano la competitività e la resilienza del comparto anche in un contesto estremamente sfidante. Le nostre imprese hanno saputo reagire con prontezza, puntando sulla qualità e sulla sicurezza dei prodotti, rafforzando la propria presenza sui mercati tradizionali e aprendo nuove opportunità nei Paesi terzi.
Il successo dell'export, però, non deve farci perdere di vista il quadro complessivo, che si presenta sempre più complesso. La Peste Suina Africana è ancora presente sul nostro territorio e rappresenta una sfida impegnativa e costante, a cui si aggiunge la nuova minaccia dell'Afta Epizootica. Inoltre, costi elevati di produzione continuano a pesare sui nostri bilanci.
A queste sfide si aggiungono le crescenti incertezze geopolitiche. Non possiamo ignorare gli effetti delle recenti politiche dell’amministrazione americana che, tra dazi e svalutazioni, stanno ridisegnando lo scenario commerciale, rendendo più difficile esportare verso gli USA, che ricordiamo rappresentano il terzo mercato per le nostre produzioni, dopo Francia e Germania, nonché quello cresciuto più rapidamente negli ultimi anni. A ciò si aggiungono le preoccupazioni legate alla guerra in corso, che incide sulla stabilità dei mercati globali, sui costi di trasporto e sulla disponibilità di alcune materie prime, creando ulteriori ostacoli per le nostre esportazioni e rendendo più complessa la pianificazione strategica.
Riteniamo dunque fondamentale un dialogo continuo e proattivo con le istituzioni italiane ed europee per mettere in atto strategie di supporto alle aziende del settore e tutelare la competitività del Made in Italy sui mercati internazionali. Auspichiamo, inoltre, il ritorno alle vie diplomatiche per scongiurare un ulteriore deterioramento della situazione. Un altro shock, come quello determinato dal conflitto fra Russia e Ucraina, anche peggiore, rischierebbe seriamente di cancellare molte delle aziende che costituiscono il nostro settore e avrebbe un costo sociale insostenibile” - ha commentato Lorenzo Beretta, Presidente di ASSICA.
ASSICA
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