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La pesca sul Lago Trasimeno

of Manicardi N.


Sul Lago Trasimeno — il quarto Lago d’Italia, con le sue tre belle isole (Isola Polvese la più grande, Isola Maggiore, la più abitata, e Isola Minore) raggiungibili coi traghetti i cui imbarchi sono ubicati a Tuoro, Passignano, San Feliciano e Castiglione del Lago — la pesca viene praticata fin dall’Età del Bronzo. Inizialmente erano piccole comunità insediate lungo le rive, di origine etrusca o anche anteriore, che si sono consolidate ed evolute fino a diventare — dopo alcuni periodi più o meno prolungati di abbandono — cooperative di pescatori. Realtà che nel periodo di maggior diffusione, intorno al 1970, hanno raggiunto il numero di circa 300 soci e toccato la punta massima delle catture di specie ittiche con 1.400 tonnellate all’anno. All’attività di pesca vera e propria si è poi anche affiancata, soprattutto negli ultimi anni, una serie di iniziative ad opera delle istituzioni e degli abitanti del luogo che hanno ridato vigore a quest’antica tradizione, trasformandola anche in un fattore di attrattività culturale e turistica, con concomitante sviluppo di buon indotto.
La Cooperativa Pescatori del Trasimeno (www.pescatorideltrasimeno.com) svolge la pesca nelle forme tradizionali e la tutela e la sviluppa anche mediante la ricerca di nuovi mercati da raggiungere con i suoi prodotti sia freschi che trasformati, ovviamente nelle forme moderne e con un’ottica multifunzionale e integrata al sistema turistico ricettivo e ambientale come dimostra pure l’offerta di pacchetti di esperienze “pesca-turismo” a cura della Cooperativa stessa.
La pesca professionale nel Lago Trasimeno è regolamentata dalla Legge regionale 15/2008, che detta le modalità e i tempi per il rilascio della licenza di tipo “A” ed è svolta dai pescatori in modo passivo e sostenibile; si lasciano, cioè, le reti immerse in acqua ferme ad aspettare che il pesce venga ingannato da esse e ne rimanga intrappolato.
È così possibile tutelare la biodiversità perché il pesce di piccole dimensioni, riuscendo a passare tra un foro e l’altro delle maglie della rete, non rimane impigliato ma resta libero nel suo habitat incontaminato. Inoltre, le disposizioni in materia di dimensioni delle taglie degli esemplari di cui è permessa la pesca sono molto rigorose, così come i periodi di fermo pesca delle varie specie per consentire il loro ripopolamento (i dati sono disponibili sul sito della Regione Umbria).
Per conoscere la storia e le tecniche di pesca sul lago si può visitare a San Feliciano, in Comune di Magione, il Museo della Pesca e del Lago Trasimeno, dove si possono anche vedere i famosi “giacchi”, le reti da pesca tradizionali costruite a mano con arte sapiente, oltre ad ammirare il tipico e tranquillo porto di pescatori in cui l’edificio è ubicato.
Inoltre, con la Legge regionale n. 9 del 03/03/1995, il lago, col suo territorio circostante, è stato istituito Area Naturale Protetta allo scopo di tutelare e valorizzare un luogo di altissimo interesse naturalistico e storico-artistico. Influisce positivamente anche, e soprattutto, il fatto che lo stato di salute delle acque venga giudicato di qualità “eccellente” dai periodici monitoraggi effettuati dall’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente). Una recente ricerca sulle microparticelle di plastica presenti nelle acque lacustri, effettuata da Legambiente ed ENEA, ha decretato che il Lago Trasimeno è infatti il più pulito dei sei bacini monitorati.
Interamente compreso nella provincia di Perugia, esso è alimentato principalmente dalle piogge e dai torrenti che confluiscono nell’immissario artificiale dell’Anguillara. È sprovvisto di un emissario naturale; quello artificiale fa confluire eventuali acque in eccesso nel fiume Tevere attraverso il torrente Caina.
Il lago Trasimeno, di origine di natura tettonica e di scarsa profondità (circa 8 metri), anche a motivo delle acque poco profonde e ricche di sali minerali è molto ricco di vita, sia animale che vegetale. Tra la fauna ittica, caratterizzata dalla presenza di specie indigene e non, con momenti di espansione di alcune specie e contrazioni/estinzioni di altre, abbiamo la carpa regina, il latterino, l’anguilla, il persico reale, il persico trota, il persico sole, il luccio, il carassio, il pesce gatto e la tinca che, grazie alla qualità delle acque, sono di qualità eccellente, da gustare in abbinamento con i vini doc e gli oli dop del territorio.
Eventi enogastronomici molto partecipati sono la Sagra del Pesce del Trasimeno a Borghetto di Tuoro in giugno, la Sagra del Giacchio a San Feliciano a fine luglio e la Festa della Padella a Passignano sul Trasimeno a fine agosto.
Nei ristoranti, specialmente nelle località costiere, si possono assaggiare la carpa regina in carpaccio, con le pregiate uova utilizzate per zuppe e primi piatti, oppure il tipico tegamaccio, una zuppa di pesce cotta in un tegame di coccio o, ancora, il brustico, forse di origine etrusca, per cui si usano vari pesci del lago ma in particolare il persico reale. Senza essere né squamati né sviscerati, vengono fatti cuocere su un letto di brace formato con le canne del lago. Quando risultano ben abbrustoliti (da cui il nome “brustico”) vengono accuratamente sfilettati e conditi con olio extravergine di oliva locale, sale e pepe. È un piatto povero che un tempo i pescatori consumavano direttamente sulle rive del lago insieme alla famiglia. Non si può non ricordare anche l’anguilla alla brace, tagliata a pezzi infilati in uno spiedo alternandoli con foglie di alloro e unti di tanto in tanto con un ramoscello di rosmarino bagnato in una mistura di olio, aceto, sale e pepe. Tra i fritti dominano il persico e il latterino. A quest’ultimo pesciolino, ed esclusivamente a lui, è dedicato il cartoccio locale, un “cuoppo” in cui viene servito intero. Si mangia tutto, anche la testa.


Nunzia Manicardi



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