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Granchi blu, croce e delizia dell’estate 2023

of Redazione


Il 29 settembre scorso si è svolta anche ad Ancona la Notte Europea dei Ricercatori (SHARPER), alla quale l’Università Politecnica delle Marche ha attivamente partecipato. L’appuntamento prevede che gli enti di ricerca scendano in piazza esponendo tramite gazebo, laboratori all’aperto, mini conferenze e giochi per bimbi le attività di ricerca alla cittadinanza. Ovviamente quest’anno non poteva mancare un protagonista assoluto del 2023: il Granchio blu.
A questo proposito, i professori Ike Olivotto e Giorgia Gioacchini, rispettivamente docenti di acquacoltura e di biologia della riproduzione, hanno organizzato un evento specifico dedicato a questa specie aliena, intitolato “Granchio blu croce e delizia dell’estate 2023”. L’evento ha riunito, oltre ai docenti coinvolti, la dott.ssa Francesca Biondo, direttrice generale di Federpesca, Federico Bigoni e, ovviamente, i protagonisti principali dell’invasione, cioè pescatori e allevatori che, in primis, hanno subito gli effetti della sua presenza nei nostri mari.
L’organizzazione della giornata ha fatto sì che venisse unita una cena a base di Granchio blu con attività di divulgazione scientifica fatta dai docenti della Politecnica delle Marche per gli ospiti del ristorante e la numerosa gente che passeggiava.
Attraverso l’estrazione di domande relative alla biologia del granchio, l’esposizione in acquari di granchi vivi e prodotti lavorati di Granchio blu gentilmente offerti dall’azienda Specialisti del Vivo, la popolazione è stata informata sulla storia dell’arrivo della specie in Adriatico, sui suoi effetti devastanti, soprattutto sugli allevamenti di vongole, ma anche su curiosità relative alle sue abilità riproduttive, agli spostamenti che compie lungo la costa e, ovviamente, al suo impiego in cucina.
L’evento ha quindi unito la ricerca con la cittadinanza ma anche con le associazioni di categoria, pescatori ed allevatori, promuovendo un confronto costruttivo per individuare soluzioni concrete da proporre per un contenimento della specie per l’anno 2024.
Tra le varie soluzioni individuate, degne di nota sono sicuramente lo studio della biologia riproduttiva della specie in Adriatico, con particolare riferimento all’individuazione delle aree di nursery e agli spostamenti che le femmine compiono prima di rilasciare la prole, e lo sviluppo di specifici dissuasori da impiegarsi nelle zone più colpite. In merito a quest’ultimo aspetto, la Politecnica delle Marche ha appena siglato una convenzione di ricerca con un’importante azienda nazionale per lo sviluppo di una serie di prototipi di dissuasori da testare in una prima fase in cattività e, successivamente, in campo. Per ora i risultati sono molto promettenti ed entrambe le parti sperano di arrivare ad una nuova apparecchiatura da lanciare sul mercato la prossima primavera. Risposte concrete a coloro che per anni hanno allevato molluschi sono infatti doverose secondo i prof. Olivotto e Gioacchini, che recentemente sono proprio stati a Goro per verificare di persona la situazione locale. Grazie all’aiuto profuso dagli allevatori locali, i docenti hanno potuto osservare come la presenza del Granchio blu abbia depauperato i fondali di Goro da ogni forma di vita e come siano proprio gli allevatori stessi a doversi ingegnare a trovare soluzioni per proteggere le loro preziose vongole dagli attacchi di questa specie aliena.
A differenza di quanto spesso suggerito, il semplice consumo alimentare di questa specie non è sufficiente a contrastare l’invasione di un animale che produce milioni di uova ad atto riproduttivo ed è per questo che i due docenti si stanno impegnando, grazie ad una stretta collaborazione proprio con gli allevatori di Goro, ma anche con i pescatori marchigiani, a studiare questa specie e ad individuare soluzioni tecnologiche per il suo contenimento.
Se parte dei campioni è proprio fornita da allevatori e pescatori, diversi esemplari vivi di Granchio blu sono oggi mantenuti presso l’Infrastruttura Acquari della Politecnica delle Marche, infrastruttura d’eccellenza per il mantenimento in cattività di specie acquatiche. Le moderne vasche permettono infatti di variare parametri ambientali, alimentazione, densità di mantenimento, ecc…, al fine di condurre con rigore scientifico una serie di sperimentazioni atte a meglio comprendere come contenere questa specie.
Pertanto, se da una parte il Granchio blu rappresenta una nuova risorsa alimentare, vi è una reale e forte necessità di contenere l’espansione di questa specie, individuando quindi i nodi salienti della sua biologia sui quali agire in tempi rapidi. Solo grazie a una forte sinergia tra mondo della ricerca, pescatori ed associazioni di categoria questo obiettivo potrà essere raggiunto.


In foto, Giorgia Gioacchini, professoressa di Biologia della riproduzione, e Ike Olivotto, professore di acquacoltura dell’Università Politecnica delle Marche.



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