Allo “scollino” della piazza di Panzano in Chianti, detto geograficamente “Passo di Campana”, spartiacque tra la valle della Greve e la valle della Pesa, proprio lì nell’ombelico del Chianti — 31 km da Firenze e 31 km da Siena — si incontrano molto spesso in singolar tenzone opposti venti, forse memori di storiche lotte tra i ghibellini senesi e i guelfi fiorentini.
Dario Cecchini, da sempre promotore della Festa Mondiale dei Macellai oltre che di numerose attività, volte a promuovere la tradizione del macellaio. “L’artigiano si deve evolvere, deve crescere e andare avanti, con idee nuove e moderne” ha dichiarato Dario. Ecco quindi la realizzazione del ristorante e della scuola di griglia.
Il 21 ottobre scorso, “7ª Festa Mondiale dei Macellai” a Panzano, freddo e vento, in un anticipo di inverno, ci mozzavano la faccia.
Ma l’entusiasmo dei macellai, i buoni cibi pronti che avevano portato, quelli che stavano allestendo con maestria sulla strada, hanno travolto le migliaia di “golosi” che si accalcavano per il paese, incartandoli in nuvole profumate di cibo, di quello che sa di antiche cucine. Ce n’è per tutti!
Fin dal mattino Panzano è stato invaso da macellai provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. Molti di loro hanno allestito banchi di golosità tradizionali a base di carne che i visitatori hanno potuto gustare a volontà, previa un’offerta per la “Fondazione Ospedale Pediatrico A. Meyer di Firenze”, una struttura modello, a dimensione di bambino.
La macelleria di Roberto Papotti di Carpi (MO).
Lo staff dell’Antica Macelleria Cecchini. Il negozio di Dario è divenuto oramai un’attrazione turistica così come un luogo in cui acquistare parti insolite di carne fresca e carne confezionata.
I salumi tipici senesi di Terre di Siena con due giovani salumiere.
Nessuno sente più il freddo, fugato dai buoni sapori che scaldano lo stomaco, dal calore generoso della solidarietà che scalda lo spirito. Merito di questa gente solida e capace.
Erano tanti, come sempre, i macellai venuti dall’Italia e da fuori, fin dall’Olanda, a testimoniare l’orgoglio del loro mestiere e del loro grande cuore.
Non possiamo farne una lista che mi verrebbe riduttiva e incompleta, tanti che non sono potuti venire hanno scritto telefonato faxato inviato e-mail, erano comunque con noi.
E, per descrivere l’atmosfera che si respirava, basta un unico aggettivo: entusiasmante!
Singole macellerie, gruppi di colleghi consorziatisi per l’occasione, a unire le forze per dare il meglio.
Una macelleria emiliana era sostenuta al servizio da tanti amici, un vero sindacato: un’impiegata, un assicuratore, un’estetista, un barbiere, un saldatore, un’elettricista, un saldatore di tubi, un camionista…
Una macelleria milanese aveva dato vita sul banco all’unità d’Italia: bistecca fiorentina, pane pugliese, olio ligure, aceto balsamico modenese.
I veneti festanti sempre fedelissimi e in gran numero.
Bresciani, trevigiani, veneziani, marchigiani, emiliani, piemontesi, milanesi, toscani… basta lista del bucato, ammiriamo invece un fiorir di glicini fuori stagione, sono i grembiuli che cingono i fianchi dei dispensatori di cibo, e di questo cibo qualcosa devo dire. Una girandola di bontà.
Prosciutto bianco, che poi sarebbe lardo, maturato con prosecco in vasche di rovere, pepe rosa e pepe bianco, salamelle con crema di zucca, musetto con polenta, vari ragù di carne, cappellacci con zucca, coppe di testa, spiedini torta di tagliatelle, maccheroni, salsiccia in crosta, salumi di ogni tipo e dimensione, e carne carne carne.
Non si sono accontentai i nostri macellai di proporre golosità carnali e ricette regionali: hanno agevolata l’abbuffata con zuppe di farro, polente, verdure saltate in padella, frittate ripiene, necci di farina dolce, biscotti, nocciolate, formaggi, mostarde. Perfino una particolare crema di ricotta e nutella che usciva da una sacca da pasticceri.
C’è stato anche un intruso di gran successo: gli spaghetti alla marinara! Montagne di pane; e vino in bottiglie, fiaschi e damigiane.
Dal Garda, da Roma, da Pistoia, da Firenze, amici non macellai sono venuti apposta per dare una mano.
C’erano i Volontari del paese al servizio. C’era tanta musica e allegria ovunque, particolarmente attorno al grande gazebo dell’Ospedale “A. Meyer” di Firenze, l’ospedale dei bambini, destinatari da sempre della generosità dei macellai.
Ancora una volta ci ha voluto bene il cielo; certo, per intercessione del Beato Tommaso Bellacci, patrono della categoria, non ha piovuto neanche quest’anno. E sette! Allora un grande grazie a tutti.
Ah, dimenticavo! C’erano Filippo Checcucci e Dario Cecchini, gli organizzatori!
Miriam Serni Casalini
Solociccia”, ecco la novità!“L’artigiano si deve evolvere, deve crescere e andare avanti, con idee nuove e moderne” ha dichiarato Dario Cecchini. Da qui la realizzazione del ristorante “Solociccia” e della “Scuola Superiore della Bistecca” |
Il ristorante “Solociccia” di Dario Cecchini, ubicato sopra alla sua celebre macelleria di Panzano in Chianti, inaugurato alla fine del 2006. L’ambiente è moderno, molto accogliente e famigliare: ci si siede a un tavolo tutti insieme, non c’è menu, ma sei portate di carne a scelta della cucina, due contorni, pane, vino e caffè. Ad un prezzo unico di 30 euro. Il ristorante ospita anche la “Scuola Superiore della Bistecca”: corsi tenuti da maestri di griglia che, per la durata di 3-4 ore, trasmettono ai partecipanti tutti segreti dell’arte della cottura della carne sulla griglia. Perché: “Chi mangia la fiorentina unnà paura di nulla”. |
La vera particolarità del locale, il tavolo unico per tutti i commensali. Si può capitare al tavolo con chiunque, e, essendo il locale molto frequentato da avventori stranieri, richiamati dalla notorietà di Dario, trovarsi gomito a gomito con qualche conte inglese o violoncellista giapponese. |
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