it en
Risultati
Produzione

L'America all'attacco dei salumi italiani

Ad attrarre gli investitori esteri sono, in particolar modo, i numeri di un settore, quello dell’industria dei salumi, in piena espansione. Un export in crescita, nel primo semestre 2004, del 9,6% rispetto all’anno prima; il valore della produzione è passato dai 6.187 milioni di euro del 1997 ai 7.165 del 2003; la bilancia dei pagamenti non teme confronti con i 320 milioni di euro esportati a fronte d’importazioni che si fermano a circa 14 milioni di euro. Ci troviamo di fronte a cifre che pochi altri comparti dell’industria italiana possono vantare e che, di conseguenza, attirano i capitali stranieri. A fianco di cartoline amarcord delle cascine dove si fa la stagionatura non mancano i movimenti finanziari, le scalate ai capitali sociali per il controllo di aziende che fanno gola agli investitori esteri, attratti da un settore, perla del made in Italy, in piena espansione.

A dimostrazione che i salumi nostrani allettano non solo i palati, ma anche i fondi d’investimento, ecco alcune operazioni finanziarie recentemente concluse.

Vestar Capital Partners, il Financial Sponsor leader negli Stati Uniti, in gennaio ha siglato un accordo con Ferruccio Fiorucci per il controllo della “Cesare Fiorucci Spa”, l’azienda di Pomezia produttrice di salumi, mettendo sul piatto 360 milioni di euro. La strategia di espansione internazionale e i piani di crescita di Fiorucci esigevano un partner in grado di mettere in campo cospicue risorse finanziarie. E i pretendenti non mancavano, soprattutto tra i fondi di private equity, sui quali, come detto, l’ha spuntata l’americana Vestar Capital Partners, che attraverso un’operazione di buyout si è impossessata del 55% del capitale, lasciando all’ex azionista di maggioranza Fiorucci una quota del 25%. L’operazione, che dovrebbe concludersi entro marzo, avverrà in partnership con il presidente e amministratore delegato della società a stelle e strisce, Giuseppe Mangano, che deterrà un altro 20%.

Un altro marchio alimentare di punta che si è trovato al centro di manovre è stato “Citterio”. Sul gruppo ha puntato gli occhi la società d’investimenti lussemburghese Equinox, del finanziere Salvatore Mancuso, che ha concluso un’operazione che gli permetterà di avere il 45% di “Società Partecipazioni Alimentari”, holding della famiglia Citterio che detiene i marchi e le attività industriali della galassia “Citterio”, tra cui quelle della “Giuseppe Citterio Spa” attiva nel comparto dei salumi, di cui possiede il 26% delle azioni e il 33% dei diritti di voto. In questo caso sono tuttora oscuri, invece, i termini e il costo dell’operazione voluta da Mancuso. I piani di Mancuso e della sua Equinox per “Citterio” consistono in una strategia che sostenga lo sviluppo dell’attività senza averne il controllo. Obiettivo: creare valore attraverso la crescita del gruppo.

Investire, dunque, sul mercato della salumeria in cui le aziende italiane sono regine, puntando sulle loro potenzialità di espansione. Questa la filosofia di fondo che il gruppo emiliano “Ferrarini” (tra i suoi prodotti i prosciutti crudi marchiati Parma e i famosi cotti) aveva già fatta sua nel 2000, facendo rientrare “Vismara” nei confini di origine quattro anni fa. Il gruppo Ferrarini lo ha strappato dalle mani della svizzera “Nestlé”. Una scommessa vinta: infatti, l’azienda di Casatenovo, in provincia di Lecco, dove vengono prodotti i salumi “Vismara”, è passata dal fatturato del 2000 di 70 milioni a quello del 2003 di 92 milioni di euro!



Attiva l'abbonamento

Per abbonarti a una nostra Rivista o acquistare la copia di un Annuario