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Ripamonti Carni: allevamento, macellazione e...

di Credi M.

In provincia di Lecco, ad Oggiono, nome che deriva da Augionus (luogo ricco di acqua), ci arriviamo dopo aver attraversato l’intera coloratissima Brianza; il paese giace nel triangolo terminale dell’Alta Brianza orientale. La zona collinare di Imberido si estende fino al lago di Annone, mentre la parte pianeggiante è distaccata dal lago di Annone da un cordone morenico.

In questo punto della ricca e laboriosa Brianza, ha sede la "Ripamonti Carni S.r.l.", meta della nostra visita. Incontriamo uno dei titolari, Vittore Ripamonti. È un giovane imprenditore che sprizza energia e dimostra un’innata capacità e predisposizione verso il senso pratico delle cose: ci trasmette subito che, come tanti lombardi, bada al sodo ed è immerso nel suo lavoro ventiquattro ore al giorno.


Il cartellino stampato col sistema della “Software Italia” che
rende possibile il percorso di rintracciabilità adottato dalla “Ripamonti”.

“La Ripamonti Carni — esordisce il signor Vittore — nacque circa 40 anni fa per idea dei due fratelli Ripamonti: Domenico e Rinaldo. Questi iniziarono nello stabilimento "vecchio", accanto a quello dove abbiamo sede tuttora, commercializzando bestiame. Successivamente, in un processo di evoluzione quasi naturale, i due fratelli affiancarono alla prima attività anche il commercio della carne, quindi la macellazione e l’allevamento del bestiame stesso. Gli anni 1990-91 segnarono un bivio importante e fondamentale per il futuro della nostra azienda: i due fondatori si divisero e rimase il solo signor Domenico, mio padre. In ottemperanza alle nuove disposizioni regolamentari e di carattere sanitario che iniziavano a farsi sempre più pressanti da parte dell’Unione Europea fu compiuta una rivoluzione totale, abbandonando il vecchio stabilimento e costruendo questo nuovo, dove ci troviamo al momento. La nuova struttura occupa un’area di 13.000 metri quadrati di cui 4.700 coperti, comprensiva della catena di macellazione, sala disosso e sezionamento, tunnel congelamento, celle per lo stoccaggio e reparto spedizione". Ripamonti Carni, attualmente è gestita, oltre che dal signor Domenico, che continua ad essere l’occhio vigilante super partes, dai figli, Vittore e Giuseppe e dalla moglie, Renata, la quale si occupa dell’amministrazione fin dai primi anni di vita dell’azienda.


Una sala di lavorazione della “Ripamonti”.

È doverosa una precisazione che contraddistingue l’azienda Ripamonti dalla maggioranze delle società di macellazione e commercializzazione bestiame. Proprio per chiudere il cerchio della filiera essa possiede due allevamenti di bestiame propri: il primo aperto nel 1971, è cresciuto molto bene, tanto che oggi conta circa 2.500 capi, è ubicato a Novedrate in provincia di Como; il secondo altrettanto soddisfacente, a Mariano Comense, è operativo da tre anni e dispone di 1.700 capi. "Infatti — prosegue il nostro interlocutore — i grossisti, i supermercati, la distribuzione in generale, richiedono in modo sempre più insistente il ciclo chiuso della filiera e, in questo modo, noi siamo in grado di competere qualitativamente sul mercato esaudendo le esigenze dei clienti. Per conto terzi macelliamo pochissimo, appena il 10% del totale, mentre il resto è rappresentato tutto dal marchio "Ripamonti Carni". Anche per quanto concerne l’approvvigionamento del bestiame, quello proveniente dai nostri allevamenti rappresenta il 60% del complessivo”.

Dopo questa presentazione iniziale dell’azienda, insieme al signor Vittore effettuiamo un giro per visitare lo stabilimento e continuare la nostra chiacchierata. Rimaniamo favorevolmente impressionati dalla pulizia e asetticità, nonché dalla funzionalità dei vari locali che visitiamo. Pur trattandosi di una struttura di dodici anni, l’impianto di macellazione, i pavimenti, i rivestimenti, le celle frigorifere e i vari reparti ci sembrano ancora nuovi, come se fossero stati costruiti da pochi mesi. Questa osservazione personale ci porta a pensare che il tutto funzioni e sia tenuto con estrema cura, per cui devono coesistere grande collaborazione ed impegno tra i titolari, i dipendenti e le stesse autorità sanitarie predisposte ai vari controlli di routine. Cosa che ci viene confermata dal signor Vittore quando ci dice: “Nel complesso siamo riusciti ad instaurare un ottimo rapporto, che ci permette di superare insieme gli ostacoli che via via si presentano. Si tratta, dunque, di una collaborazione nel vero senso della parola: insieme portiamo avanti un gioco di squadra per essere propositivi. Per questo ci teniamo a sottolineare il buon lavoro svolto da chi fa i controlli”.


Una veduta dall’alto della “Ripamonti”.

Forniamo ora alcuni numeri che dimostrano la crescita e sono significativi per quanto concerne la solidità della "Ripamonti Carni S.r.l.":

• 31 milioni di euro (circa 60 miliardi delle vecchie lire) di fatturato nel 2002 contro i 15 milioni e mezzo del 1991;

• il 10% del fatturato va all’estero, in Germania e Francia;

• 30 dipendenti (per cui abbiamo un rapporto fatturato/dipendenti estremamente positivo);

• 12 automezzi propri che gestiscono la distribuzione per il 90%, coprendo nord e centro Italia, mentre il meridione è affidato ai corrieri;

• 500 i capi mediamente macellati ogni settimana (ma l’impianto è arrivato a macellarne fino a 1.300: cosa che rende onore alla flessibilità , duttilità e funzionalità dell’impianto di macellazione);

• 60% della carne commercializzata proviene dagli allevamenti di proprietà (per la carne di vitello l’azienda è consorziata "Civiqual" — Consorzio Italiano Vitello di Qualità);

• il restante 40% della commercializzazione è rappresentato da bovini provenienti da Germania, Francia, Irlanda, Olanda Polonia, Danimarca e Spagna.

Dietro a questi numeri, comunque, ci sono sempre delle persone: Vittore Ripamonti, presidente del consiglio d’amministrazione dell’azienda, si occupa del commerciale; la signora Renata Ripamonti, consigliere della medesima e anima dell’amministrazione; il dottor Giuseppe Ripamonti, fratello di Vittore, anch’egli consigliere, controlla gli allevamenti e la produzione. Non compare nell’organico il signor Domenico, che come dicevamo, è sempre il vero "grande capo". Ci sono poi eccezionali collaboratori che meritano una citazione: Gabriele Binda per la logistica; il signor Manzoni Tranquillo per la produzione; il ragionier Emilio Vismara e la segretaria, che ci ha accolti con grande disponibilità e gentilezza, Silvia Sanvito. Non possiamo, per ragioni di spazio, citare tutti i dipendenti come meriterebbero perché formano, tutti insieme, una squadra vincente. Il successo della "Ripamonti Carni" è attribuibile a molteplici fattori, quali la costanza, serietà, meticolosità e professionalità dei titolari; l’onestà nei tanti anni di presenza sul mercato; la bontà della carne commercializzata; lo spirito di collaborazione instauratosi in ditta tra i titolari, dipendenti e autorità sanitarie.

Ma c’è un’aspetto determinante che è doveroso sottolineare: la Ripamonti ha sempre saputo circondarsi di ottimi fornitori, non solo per quanto riguarda il bestiame, ma anche per la tecnologia e, in particolare, per la rintracciabilità dei prodotti. In questo caso l’azienda di Oggiono si è affidata alla "Software Italia" di Novara, gruppo che ha sviluppato negli anni una serie di programmi tecnologicamente avanzati, indirizzati ad una cerchia di fruitori ben definita: cioè i macellatori-grossisti di bestiame e la media-grande distribuzione.

Da tempo il titolare di Software Italia, il signor Giacomo Piana, coadiuvato dai figli Simone e Riccardo, aveva previsto che l’Unione Europea avrebbe prima o poi imposto al mondo della carne maggiori vincoli, produttivi ed informativi, a tutela dei consumatori. E in questo senso si è mossa la "Software Italia", dando la possibilità, grazie alla sua tecnologia, di rintracciare il "prodotto", per mezzo di un’etichettatura che identifichi e registri, a ritroso, ogni pezzo di carne, dalla macelleria all’allevamento. Ora il software GE.CA, realizzato e commercializzato dalla "Software Italia", garantisce tutte le informazioni richieste dalla regolamentazione e dalle norme vigenti in tutta l’Unione Europea, predisponendo all’interno delle aziende un sistema informatizzato di "inserimento-archiviazione-utilizzazione" dati essenziale per un corretto controllo dell’attività d’interesse. Il processo "produttivo" viene quindi monitorato nelle diverse fasi, tutte controllate, a partire dall’allevamento, fino al punto vendita. Il sistema, che la Software Italia ha già installato in parecchie grandi aziende della distribuzione ed in macelli d’importanza nazionale, permette di garantire al 100% a tutti i suoi utilizzatori la "tracciabilità" del prodotto. Ed è proprio di questo sistema che si avvale la "Ripamonti Carni S.r.l.": ciò, ci teniamo a ribadire, garantisce i clienti di Ripamonti e, in particolare, i consumatori finali, che, proprio grazie a questo sistema di etichettatura, come si vede nelle foto allegate, possono risalire dalla "fettina" all’animale da cui essa proviene, sia esso di un allevamento di proprietà dei Ripamonti o di un allevamento estero. Il produttore, il commerciante ed il consumatore sono così al riparo da ogni tipo di frode, sia essa di natura commerciale o sanitaria. "Il sistema della "Software Italia" — conclude Vittore Ripamonti — costringe a lavorare bene. Noi ce ne siamo dotati otto-nove mesi prima che la tracciabilità divenisse obbligatoria, così da poter avere un lasso di tempo a disposizione per imparare ad usarlo in modo corretto e per fare un po’ di rodaggio. Abbiamo dovuto istruire tutti i dipendenti a lavorare con precisione, perché, come detto, questo sistema non lascia nulla al caso. Anche il minimo errore se non viene individuato subito si va, poi, a ripercuotere sull’intero processo. Oggi possiamo dire di essere contenti di questo software e, quando si prospetta qualche problema, la "Software Italia" è sempre molto pronta e disponibile nella risoluzione del medesimo".

Marco Credi



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