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Tradizioni

Perché si mangia il tacchino nel Giorno del Ringraziamento?

di Manicardi N.


Quante volte abbiamo visto, in televisione e al cinema, quel grosso tacchino dorato e farcito troneggiare sulle tavole americane riunite in festa il Giorno del Ringraziamento mentre il capofamiglia brandisce il coltello per tagliarlo sotto gli occhi attenti e speranzosi dei commensali? Molte, tante, forse anche troppe... Siamo sicuri, però, di conoscere davvero il come e il perché di questa tradizione tanto importante per chiunque viva nel Paese a stelle e strisce? Abbiamo così pensato di chiarire, a chi magari ancora non lo sapesse o lo sapesse non a sufficienza, in che cosa essa consista, come sia nata e come si sia conservata fino ai nostri giorni.

Non soltanto negli Stati Uniti
Il Giorno del Ringraziamento (in inglese Thanksgiving Day), o più semplicemente “il Ringraziamento”, è una festa anglosassone di origine cristiana che si osserva non soltanto negli Stati Uniti d America ma anche in Canada, in due isole dei Caraibi (Grenada e Saint Lucia) e in Liberia, piccolo stato dell’Africa occidentale. Ma è negli Stati Uniti, indubbiamente, che riveste la maggiore importanza. Per gli Americani è la festa più importante dell’anno, insieme al Natale e al 4 luglio (giorno dell’Indipendenza dall’Inghilterra).

Il quarto (o ultimo) giovedì di novembre
Non ha un giorno fisso calendariale: negli Stati Uniti cade, da sempre, il quarto (o ultimo) giovedì di novembre; in Canada ogni secondo lunedì di ottobre. Si festeggia in segno di gratitudine verso Dio per il raccolto e per quanto ricevuto durante l’anno trascorso, ma rappresenta per molte famiglie anche e soprattutto un’occasione per trascorrere del tempo insieme a tutti i parenti ritrovandosi uniti intorno alla tavola. Una tavola su cui, come da tradizione originaria, campeggia quel bel tacchino al forno che il capofamiglia, dopo aver pronunciato un sentito discorso legato alla circostanza, divide poi ritualmente e solennemente, ma anche molto allegramente, fra tutti i membri del gruppo secondo i ruoli da loro occupati.

I primi furono i Padri Pellegrini nel 1621

La prima volta che questo giorno venne festeggiato in Nord America fu nel 1578 quando il navigatore inglese Martin Frobisher, dopo essere arrivato nel nuovo continen- te (più precisamente nel Canada nord-orientale) alla ricerca del passaggio a Nord-Ovest, ordinò una cerimonia per ringraziare Dio per la protezione data al suo gruppo durante la lunga e pericolosa attraversata oceanica. La tradizione della Festa del Ringraziamento viene però associata ai Pilgrim Fathers (i Padri Pellegrini), un gruppo di privati cittadini inglesi di religione cristiana puritana con cui iniziò la massiccia immigrazione verso quelli che sarebbero poi diventati gli Stati Uniti d’America.
Essi salparono il 6 settembre 1620 con il galeone minore a tre alberi Mayflower (“fiore di maggio”) dal porto inglese di Plymouth allo scopo di stabilire delle colonie lungo quella parte di costa del Nord America di cui avevano ottenuto la concessione reale. Avvistarono terra due mesi dopo, il 9 novembre, all’altezza di Cape Cod, in Massachusetts. Erano in 102: 74 maschi e 28 femmine, compresi donne e bambini nonché membri dell’equipaggio (circa 25-30 persone). C’erano anche due cani, un mastino femmina e un piccolo Springer Spaniel che avrebbero partecipato anch’essi alla colonizzazione.
Durante la traversata dell’Atlantico, benché durissima, morirono soltanto due persone, ma quasi tutti si ammalarono, soprattutto per la mancanza di vitamine che provocava lo scorbuto.
Mentre erano in mare nacque anche un bambino che fu chiamato Oceanus (Hopkins). Un altro, Peregrine (White), nacque ancora sulla Mayflower, ma in America, il 20 novembre, prima dell’insediamento a Plymouth.
Circa la metà di questi emigranti morì nel corso del primo inverno. Essi approdarono infatti sul territo- rio americano estremamente provati dopo quel viaggio estenuante e con i postumi delle tante malattie contratte a bordo e subito dovettero confrontarsi con un territorio sconosciuto, deserto, selvaggio e inospitale. Ma, soprattutto, dovettero farlo quando l’inverno stava già iniziando. Durante quel primo terribile inverno ne morirono di stenti più di 40. Ne sopravvissero soltanto 53. L’anno successivo le cose andarono decisamente meglio: la colonia, ben organizzata, si era insediata, aveva costruito case solide e coltivato le terre, rivelatesi generose, instaurando rapporti d’amicizia con i nativi con i quali, nel marzo del 1621, venne stabilito un trattato di pace e di mutua protezione. Questi ultimi inoltre aiutarono i coloni insegnando loro come sfruttare la terra e coltivare il mais.
Grati e soddisfatti, nell’ottobre 1621 i Pellegrini sopravvissuti festeggiarono il primo raccolto in-
sieme con un centinaio di indigeni. Le celebrazioni durarono tre giorni, con un gran banchetto a base di tacchini, anatre e pesci procurati dai coloni e cinque cervi procurati dai nativi. Fu questo l’inizio della Festa del Ringraziamento, che però ebbe questo nome soltanto due anni dopo (1623), alla notizia dell’arrivo di ulteriori coloni e provviste.
Dal 1621 ad oggi non ha mai subito interruzioni. Fu ufficializzata nel 1863, nel bel mezzo della guerra di secessione, dal presidente Abramo Lincoln. Diventò così una festa nazionale fissa e annuale e andò gradatamente perdendo il contenuto cristiano originario.

Il tacchino è il simbolo della festa

Il simbolo per eccellenza del Thanksgiving Day rimane tuttora il tacchino, che fu reimportato dall’Europa all’America proprio dai Padri Pellegrini, i quali ne diedero il via al consumo intensivo. In Europa erano arrivati tramite gli Spagnoli che li avevano ricevuti dagli Aztechi all’epoca della conquista del Messico. I 45 milioni di tacchini che vengono serviti oggi sulle tavole statunitensi il quarto giovedì di novembre sono però molto diversi da quelli di allora. Grazie ad accurate selezioni genetiche hanno quasi tutti piumaggio bianco e carne chiara, ampiamente preferiti rispetto ai tacchini dal piumaggio bronzeo dalla carne più scura. La carne stessa è stata resa più povera di grassi e di colesterolo e più ricca di proteine e minerali.
In questo giorno le case e le tavole americane sono addobbate a festa con decorazioni speciali adatte al periodo autunnale. Il tacchino, di non meno di 5 kg, viene dapprima eviscerato (le interiora saranno utilizzate in seguito) e poi cucinato secondo la ricetta di ogni famiglia, conservata come un segreto da tramandare di generazione in generazione.
Anche la preparazione è frutto di tradizione familiare: la parte più importante riguarda la cottura, che dura almeno 3-4 in forno a 190 °C, spennellando l’animale ogni mezz’ora con il liquido di cottura per assicurare una doratura perfetta.
Il ripieno è a base di pane raffermo o riso, amalgamati con sedano, aglio e cipolla e l’aggiunta di cranberries secchi (non sono i nostri mirtilli, come comunemente si crede, ma un frutto completamente diverso: l’ossicocco o mortella di palude, detto anche mirtillo rosso o di palude), bacon, salsiccia e odori (timo, rosmarino e salvia). Viene ammorbidito con brodo di tacchino, burro chiarificato e olio evo.
Il tacchino è accompagnato da purè di patate, patate dolci, salsa di cranberries, verdure, torta di zucca (Pumpkin pie) e dall’immancabile salsa gravy, che si prepara col liquido di cottura a cui si aggiungono le inte- riora dell’animale, alcune verdure, un po’ di brodo di tacchino e farina o amido di mais per addensare.
Dal 1963 è invalsa una cerimonia, nota come National Thanksgiv­ing Turkey Presentation, che è diventata parte integrante della giornata. Nacque per iniziativa del presidente John FItzgerald Kennedy, che scelse di non cucinare il tacchino donato al presidente in carica dalla National Turkey Foundation fin dal 1947 (presidenza Truman).
Da allora ogni anno alla Casa Bianca, alcuni giorni prima, il presidente in carica concede la grazia a due tacchini. Ne vengono graziati due, affinché almeno uno possa arrivare vivo ad aprire la successiva parata che dal 1989 si tiene sulla Main Street di Disneyland, a Los Angeles. Entrambi vengono poi trasferiti nel ranch di Frontier­ land, nell’area tematica dedicata al vecchio Far West americano. Dal 2005 il trasferimento da Washington a Los Angeles avviene con un volo di prima classe della United Airlines.
Dal 2003 i cittadini americani sono invitati a scegliere il nome dei tacchini votando sul sito della Casa Bianca: i primi furono battezzati Stars e Stripes (Stelle e Strisce, nome che indica la bandiera americana), quelli del 2020 Corn e Cob (Granturco e Pannocchia).


Nunzia Manicardi



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