Risulta liberamente fruibile on-line, a partire da fine luglio, la FAO Guidance on social responsibility in fisheries and aquaculture value chains. Si tratta di una bozza di intesa che verrà presentata e sviluppata durante la FAO Sub-committee on fish trade (COFI-FT) del prossimo novembre. È una piattaforma elettronica atta a facilitare l’interazione da parte degli stakeholders attraverso input, commenti ed osservazione rispetto alle tematiche della responsabilità sociale ed economica nell’ambito della catena del valore della pesca e dell’acquacoltura. Il documento, ancora in forma di bozza appunto, è formato da circa 35 pagine ed è strutturato in tre sezioni:
Sono presenti, inoltre, due allegati riguardanti gli Strumenti legislativi internazionali già esistenti e le Strategie per la mitigazione del rischio [1]. Lo schema della guida ricalca tutto sommato quello di già affermate certificazioni nell’ambito del Project management quali il Prince2 e il MoR (Management of Risk [2]), con una parte introduttiva, dei principi, una parte di framework legislativo, delle tematiche e dei processi.
1. Introduzione
A livello globale esiste una richiesta generalizzata di uniformare, almeno attraverso degli standard a livello minimo, le problematiche della responsabilità sociale del lavoro lungo tutta la catena del valore della pesca e dell’acquacoltura. Il documento, anche se non ancora definitivo come già detto, rappresenta una sorta di linea guida nell’ambito della compliance sulla responsabilità sociale lungo la filiera ittica. L’obiettivo è quello di essere un supporto pratico per tutte le business units che operano all’interno della catena del valore della pesca e dell’acquacoltura. La guida è quindi un riferimento sia per piccole, medie e grandi imprese se si considera l’aspetto dimensionale, sia sotto quello del posizionamento lungo tutta la catena del valore: cattura, produzione, post-harvest, processing, trasporto, marketing, distribuzione e vendita. La guidance risulta inoltre funzionale nel recepire a livello nazionale gli standard minimi previsti dalla già pre-esistente legislazione Internazionale. Nella parte introduttiva sono inserite alcune definizioni delle parole chiave nell’ambito di interesse: Decent work, Fisheries and Aquaculture value chain, Workers, Fish and fish products e Due diligence. Interessante la parte della definizione di “lavoratori”, la quale include anche una riga per le attività intese come sussistenza: it also includes subsistence fishers and fish farmers who catch or raise fish primarily for their own consumption but sell their residual catch of fish product. Rispetto alla definizione di “due diligence”, questa non si discosta dalla definizione standard nell’ambito business e indica l’attività di investigazione e di approfondimento di dati e di informazioni relative all’oggetto di una trattativa [3].
2. Five-step framework for the due diligence process
Questa è la sezione relativa ai principi, ai requisiti minimi e ai cinque processi applicabili alle attività come definite lungo la catena della pesca e dell’acquacoltura: operazioni di pesca, attività di acquacoltura, fish processing e operazioni di distribuzione e commercio. Si tratta di 10 principi definiti mettendo al centro i lavoratori — workers first —, identificando e cercando di mitigare i potenziali rischi lungo tutta la catena del valore (VC). Si tratta di un approccio human rights-based:
I requisiti minimi richiesti (minimum requirement) per la compliance nell’ambito della responsabilità sociale lungo la catena del valore della pesca e dell’acquacoltura riguardano strumenti legislativi internazionali già in essere. Si tratta di numerosi agreement internazionali, molti dei quali di natura volontaria, che comunque svolgono una chiara funzione di linee guida nell’ambito dello sviluppo delle policy regionali e nazionali ed internazionali dei vari paesi. Tra questi possiamo ricordare: The United Nations Convention on the Law of the Sea (UNCLOS), The Declaration on the fundamental principles and rights at work by ILO, The Guidelines for responsible supply-chain by OECD and FAO, The Torremolinos International Convention (IMO). A parere di chi scrive, svolgono funzione fondamentale anche a livello di principi i seguenti due documenti: The Code of conduct for responsible fisheries by Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO-CCR, 2015) e The Voluntary guidelines for securing small-scale fisheries in the context of food security and poverty eradication by FAO. In particolare, la SSSF [4], intesa come complemento e di completamento al già citato Codice di condotta per la pesca responsabile della FAO, risulta il testo base di riferimento rispetto allo sviluppo delle small-scale fisheries e livello globale. Questa guida supporta la pesca responsabile e lo sviluppo sostenibile in ambito socio-economico includendo le categorie vulnerabili della società e promuovendo un approccio basato sui diritti umani. Riporta al suo interno in modo chiaro concetti fondamentali rispetto alla sostenibilità ambientale quali il precautionary approach, la rilevanza delle aree marine protette (es. MPAs), l’approccio eco-sistemico alla pesca (Ecosystem approach to fisheries). Risulta di fondamentale rilevanza — in quanto è a riferimento per ulteriori approfondimenti richiamando la Technical Guidelines for Responsible Fisheries n. 10 — la Voluntary Guidelines on the Responsible Governance of Tenure of Land, Fisheries and Forests in the Context of National Food Security e la Voluntary Guidelines on Right to Food. Rispetto ai già citati processi, la guida fornisce un approccio five-step process, preso da altri settori quali quello agricolo. L’implementazione di questo framework risulta essere di tipo integrato e inclusivo (tailored and embedded) secondo il contesto, il tipo di business svolto, il tipo di area geografica e, infine, il tipo di dimensione. Come detto nella parte introduttiva, se i principi sono la parte fondante del sistema, i processi possono essere adattati dal punto di vista del metodo al contesto o a specifici progetti, possono incorporare specifici termini e linguaggi. Da considerare le definizioni dei due termini presentate dalla metodologia Project Management Prince2:
Sono previsti quindi 5 step:
3. Guidance for a Risk – Based due Diligence Process
La sezione prevede che la responsabilità sociale sia applicata alle seguenti tipologie di business (tematiche):
Per ogni sezione vengono analizzati i differenti aspetti e i requisiti in osservanza alle normative internazionali viste in precedenza; vengono inoltre applicati i concetti espressi nei five-step process. Per ogni tematica sono analizzati i cinque step o processi, sono indicati degli strumenti normativi di riferimento (Legislazioni internazionali su base volontaria) e quindi gli eventuali requisiti richiesti. Si tratta di processi continui per ogni tipologia di attività. Per brevità indicheremo soltanto le parti maggiormente rilevanti o di interesse per chi scrive.
Operazioni di pesca
Le aziende sono responsabili nel provvedere a condizioni di lavoro decente sotto l’aspetto della sicurezza e dell’igiene (…omissis). Tra gli strumenti legislativi di riferimento viene riportato il Code of Conduct for Responsible Fisheries (FAO):
Attività di acquacoltura
Si fa espresso riferimento agli allevamenti ittici nei Paesi in via di sviluppo a basso reddito con scarse possibilità di incrementare il proprio background personale e professionale e le proprie condizioni di vita. Viene enfatizzato il fatto che le small-scale fisheries per definizione sono impossibilitate ad entrare nella catena del valore e quindi nel mercato:
Attività di lavorazione del pesce
Si fa espresso riferimento al lavoro minorile, al rischio derivante dall’utilizzo degli strumenti di lavoro durante la fase di lavorazione del pesce e al fatto che un elevato numero di lavorato del settore vivono nei Paesi in via di sviluppo a basso reddito:
Operazioni di distribuzione e commercio
Viene data enfasi al divieto, nell’ambito della salvaguardia dei diritti degli operatori del settore, della pesca illegale e non regolamentata, dello sfruttamento illegale dei lavoratori siano questi migranti:
Per quanto riguarda eventuali approfondimenti, si rimanda direttamente al testo preso in esame o approfondendo l’approccio della gestione del rischio seguendo le linee guida delle varie metodologie nell’ambito del project management.
Allegato A – Strumenti legislativi internazionali
Nell’Allegato A vengono indicati gli strumenti legislativi a livello internazionale come supporto all’implementazione dei requisiti minimi nell’ambito della responsabilità sociale. Viene fatto espresso riferimento a circa 15 strumenti legislativi o International agreement di natura volontaria. Dopo una descrizione sintetica, per ognuno di essi vengono indicati requisiti minimi da implementare (Implementing minimum requirements). Tra questi ricordiamo:
Allegato B – Strategie per la mitigazione del Rischio
Nell’Allegato B viene indicata una panoramica degli strumenti e delle strategie per conseguire, da parte delle imprese, la responsabilità sociale nell’ambito della catena del valore della pesca. Si tratta di strategie per mitigare il rischio lungo la catena del valore e salvaguardare nel contempo la reputazione di impresa. Secondo quanto previsto dallo schema sulla gestione del rischio MoR, l’aspetto reputazionale è uno degli asset fondamentali dal punto di vista corporate. Il rischio, infatti, risulta essere uno dei fattori di maggior rilevanza anche nell’ambito della comunicazione e della percezione da parte dei vari portatori di interesse lungo tutta la catena del valore. Viene anche definito come Risks specialisms secondo MoR di Axelos (Reputational Risk Management). La definizione indicata sul titolo di questo allegato risulta corretta in quanto il termine mitigazione implica che zero rischio è impossibile da conseguire. L’allegato è strutturato in tre punti: Grievance mechanism (sistema dei reclami), Upholding labor and human rights (sostenere il lavoro e i diritti umani) e Build trust with transparency and consultation (costruire fiducia e trasparenza attraverso la condivisione e la consultazione); per ognuno di questi è prevista una strategia di mitigazione del rischio. Quello maggiormente implementato risulta essere il secondo punto. Sono indicati i requisiti relativi alla protezione dei lavoratori (workers protection), le condizioni dignitose di lavoro (decent work condition), i rappresentanti dei lavoratori (workers representation and collective bargaining), i benefits, ecc… Per quanto riguarda il sistema dei reclami e quello sulla fiducia e trasparenza, al momento sono stati implementati soltanto alcuni punti relativi alla strategia per la mitigazione del rischio. Tra questi quello di maggiore attualità, non soltanto nei Paesi in via di sviluppo, credo possa essere questo: Do not discipline workers who report grievance, or discriminate against them. Altro concetto interessante, ma non completamente condivisibile, è quello indicato nella parte descrittiva del punto due, relativo cioè alle condizioni sui luoghi di lavoro anche per quei lavoratori che svolgono la loro attività in modo informale, tenendo conto delle linee guida dei principi universali del lavoro e dei diritti umani (Business enterprise can help improve the working conditions of all workers, including informal workers, by ensuring their universal labor and human rights are met).
Conclusioni
Pur trattandosi di un documento preliminare, ancora cioè in forma di bozza e quindi in via di definizione, è sicuramente un ottimo punto di partenza relativo ad una tematica ancora poco dibattuta ma di grande interesse ed attualità, vista la sempre maggiore rilevanza a livello globale delle attività di pesca e acquacoltura. Ha un approccio sicuramente top-down visto il richiamo in modo costante e reiterato alle numerose normative a livello internazionale, anche se di natura volontaria (not legally binding). Potrà essere, una volta completato, un’importante linea guida per quei Paesi in cui la legislazione sul lavoro non è ancora molto evoluta e in particolare in settori di primario interesse come la pesca e l’acquacoltura e delle rispettive catene del valore.
Da considerare inoltre che, se mentre per alcuni Paesi il conseguimento di obiettivi in termini di rispetto di diritti umani e del lavoro è una delle priorità, per altri l’obiettivo è il mantenimento di diritti già acquisiti. Auspicabile è un maggiore e massiccio coinvolgimento di esperti del lavoro anche a livello più basso della catena del valore, in modo che possano illustrare le differenti prospettive non solo dal punto di vista corporate. Alcuni punti andrebbero poi maggiormente messi a fuoco e, tra questi, il contesto e la prospettiva. Spesso interessi contrapposti e differenti contesti non permettono di analizzare in modo oggettivo le problematiche. Gli aspetti culturali, in particolare per quanto riguarda certi contesti geografici, svolgono un ruolo fondamentale nell’intraprendere iniziative legislative di tutela dei lavoratori. Fondamentale è il possibile utilizzo di strumenti nell’ambito della determinazione e classificazione dei vari portatori di interessi (stakeholder engagement). La rilevanza dell’attività della piccola pesca (small-scale fisheries) risulta centrale per quanto riguarda la sostenibilità ambientale e sociale, contribuendo in modo sostanziale al benessere degli operatori sia nei Paesi in via di sviluppo che nei Paesi maggiormente sviluppati. La percezione, inoltre, di una eventuale legislazione di settore deve essere il risultato di una corretta, efficace ed efficiente comunicazione e di scelte il più possibile condivise, in particolare per quanto riguarda le procedure di mitigazione del rischio.
L’auspicio è quello che in un periodo di tempo limitato possa definirsi un documento da prendere a riferimento come a suo tempo è stato il Codice di condotta di pesca responsabile della FAO. Per l’autore, le parti o i concetti di maggior interesse sono quelli riguardanti le attività di pesca e relativa catena del valore, intesa come sussistenza, le sezioni riguardanti la piccola pesca, il coinvolgimento anche del lavoro inteso come attività informale, il coinvolgimento dei portatori di interessi più vulnerabili della società.
Pierluigi Monticini
Note
Riferimenti
Webliography
Nuove raccomandazioni dal Consiglio Consultivo dell’Acquacoltura
Lo scorso luglio il Comitato Esecutivo (EXCOM) del Consiglio Consultivo dell’Acquacoltura (AAC) ha approvato 4 nuove raccomandazioni alla cui ideazione e stesura ha partecipato attivamente API-Associazione Piscicoltori Italiani. Di seguito una breve sintesi dei documenti dell’AAC, che si possono leggere integralmente in lingua inglese al link aac-europe.org/en:
Fonte: API-Associazione Piscicoltori Italiani – www.api-online.it
Didascalia: un allevamento in mare di salmoni, (photo © Andrey Armyagov).
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