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Giorni di festa

La festa dei sette pesci

di Baverez Blanco J.

Parlando con dei cugini italo-americani, sono rimasta molto stupita nel sentire nominare una festa — a loro dire tutta italiana — della quale non avevo mai sentito parlare: la Festa dei Sette Pesci, The Feast of the Seven Fishes. Mentre i turisti d’Oltreoceano hanno importato in Europa la loro Halloween, i discendenti dei primi emigranti in cerca di fortuna negli States hanno voluto ricordare in questo modo la Vigilia nella terra che li ha ospitati. In effetti, da francese, arrivando tanti anni fa in Italia, ero rimasta sorpresa e mi aveva molto incuriosito l’usanza delle famiglie di mangiare per la Vigilia di Natale solo (o quasi) pesce. Nessuno ha mai saputo darmi una risposta convincente in merito. Oltralpe si festeggia invece con la carne e il magro è riservato ai giorni che vanno dal Venerdì Santo alla Pasqua. In effetti, questa lunga tradizione di astinenza che escludeva i prodotti a base di carne e latte, nella Chiesa Latina si rispettava, nel passato, il mercoledì, il venerdì e la Vigilia di Natale, così come durante la Quaresima e alla vigilia di specifici giorni santi nonché tutti i venerdì. Allora, non potendo usare né carne né burro, si friggeva il pesce nell’olio.
Pensandoci bene, però, il pesce è una figura ricorrente nei Vangeli e veniva celebrato come segno di fertilità dagli antichi Romani. Fu poi il simbolo con i quali i Cristiani si riconoscevano durante le prime persecuzioni subite. In effetti, le lettere della parola “pesce”, in greco antico ichthys, formano le iniziali di Iesous Christos Theou Yios Soter che significa “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore”.

Il mangiare solo pesce la Vigilia di Natale non sarebbe quindi simbolo di penitenza bensì di accoglienza, rispetto per la figura che sta per nascere (mentre nella mente di numerosi italiani rimane il senso del sacrificio di non mangiare carne la sera del 24 dicembre in attesa della nascita di Gesù).
La Festa dei Sette Pesci sembra abbia avuto origine nel Sud Italia, in particolare in Sicilia. Durante la festa sarebbe usanza mangiare almeno sette pietanze a base di pesce. Il sette, infatti, anch’esso molto ricorrente nella Bibbia (dove sembra ripetuto più di 700 volte) e nei Vangeli, è un numero simbolico: sette sono i sacramenti nella Chiesa Cattolica Romana, sette i giorni per la Creazione, sette i peccati capitali, sette i giorni di viaggio di Maria e Giuseppe per arrivare a Betlemme. Il sette rappresenta la perfezione: nella Bibbia il numero tradizionale utilizzato per rappresentare la divinità è tre; per la terra si usa invece il quattro e la combinazione di questi due numeri (3 + 4 = 7) rappresenta Dio sulla Terra ossia Gesù Cristo. Più prosaicamente infine, si può poi aggiungere che sono sette le colline attorno a Roma e sette le meraviglie del mondo!

Poco a poco, col passare del tempo, come per tante altre tradizioni a carattere religioso, si è perso di vista il significato iniziale della festa e ormai, negli USA, la Feast of the Seven Fishes non è altro che un’occasione per fare una gran scorpacciata di pesce. Si arriva persino a 21 portate, pur che sia un multiplo di 7!
Non devono però mai mancare i calamari (in genere fritti), il baccalà e l’anguilla, pesci “poveri”, le cozze e le vongole (servite con la pasta), i gamberi e un grosso pesce arrostito (cernia o dentice). Si possono aggiungere acciughe, sardine, merluzzo, polpo, gamberetti, ostriche e capesante.

Il pasto si svolge alla maniera statunitense con una zuppa o minestra, spesso di gamberi, seguita dagli antipasti fritti e dalle cozze, dalla pasta con le vongole prima del piatto principale, il pesce arrostito, di solito accompagnato da verdure fritte in pastella o stufate e dalle patate dolci al forno.
Il vino abbonda, da buoni italiani, ma il dessert tende, quella sera, ad essere più anglosassone che nostrano. Si preferisce il pudding al panettone che verrà servito a tavola invece l’indomani, il giorno di Natale. Questa tradizione raduna psicologicamente e affettivamente tutti gli italiani emigrati nel mondo e i loro discendenti, un po’ come il pesce era il segno di riconoscimento dei primi Cristiani tra di loro.

La Festa dei Sette Pesci è dunque una tradizione che esiste da tempi remoti ma che ha superato allegramente cambiamenti, mode e recessioni. Anzi, mai come in questo periodo di crisi, si ha voglia di fare festa, religiosa o popolare che sia! Non c’è dubbio che questa Festa continuerà e forse, perché no, può darsi che torni a farsi conoscere col suo più autentico significato nella sua terra di origine.


Josette Baverez Blanco


Note

http://www.wvculture.org).

 


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