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Speciale WMC

Il Congresso mondiale della carne 2023 torna in Europa

di Benedetti E.


Colonia, sede della fiera più importante dell’industria alimentare a livello mondiale, quell’Anuga che anche quest’anno ha fatto il pienone di espositori e visitatori, e Maastricht, la città più a sud dell’Olanda prescelta per ospitare il WMCWorld Meat Congress 2023, distano tra loro solo un centinaio di chilometri. Una distanza perfetta per promuovere un evento congressuale che si è svolto (finalmente in Europa!) dopo cinque anni di assenza.
Data la sede dell’evento, la regia è spettata al COV, l’Associazione olandese dei produttori di carne, naturalmente insieme all’International Meat Secretariat (IMS), del presidente uscente Guillaume Roué. Il centro congressi di Maastricht ha ospitato 300 operatori del comparto carni provenienti da tutto il mondo, soprattutto stakeholder di enti governativi, associazioni di categoria, ministeri e centri di ricerca.
L’industria, a mio parere, è stata poco rappresentata rispetto a passate edizioni caratterizzate da una forte presenza di imprenditori e industriali che sceglievano questo evento per promuovere networking e business. Ciò nonostante, il WMC 2023 resta da decenni un evento di grande importanza per chi lavora nella filiera della carne a livello globale, all’interno del quale vengono affrontate sfide e opportunità legate alla produzione di proteine animali.

Meeting Society & Consumer
Il tema del congresso di quest’anno è stato “Meeting Society & Consumer”. Le diverse sezioni congressuali si sono infatti concentrate sulle varie sfide che il settore si trova ad affrontare così come sulle opportunità che possono essere colte quando si comprende ciò che la società e i consumatori si aspettano dall’alimento carne. Per Laurens Hoedemaker, presidente COV, «Il mondo si trova alla vigilia di grandi cambiamenti e transizioni. Gli sviluppi sociali e ambientali stanno portando ad una visione critica della produzione di carne e dei prodotti a base di carne. Allo stesso tempo, il settore — supportato dall’innovazione tecnologica — sta facendo grandi passi avanti verso una produzione più sostenibile».
Qual è il ruolo della filiera carne nel raggiungimento degli obiettivi climatici globali, quali sono le aspettative della società sul benessere degli animali, la situazione del mercato del lavoro, le alternative alla carne (come la carne coltivata) e l’impatto degli sviluppi politici e geopolitici sul commercio e sulla produzione di carne: come sta affrontando l’industria internazionale della carne tutte queste sfide?
Relatori di spicco provenienti dal mondo accademico, dalle organizzazioni internazionali e dai rappresentanti della filiera della carne hanno dato la loro risposta a questa domanda proprio in occasione del World Meat Congress 2023.

Salute, commercio globale e analisi del comparto carni

La prima presentazione del congresso si è incentrata sul tema della “Salute della carne nelle nostre abitudini alimentari attuali” ed è stata tenuta da Luc van Loon, professore di Scienze motorie all’Università di Maastricht. Ha fatto seguito una sessione su “World Meat – Prospettive e sviluppi geopolitici”: in questo panel si è discusso delle previsioni legate alla domanda di importazioni di carne in Cina, nei Paesi del Sud-Est asiatico e in altri mercati chiave. È stata affrontata anche la domanda seguente: come influiranno gli attuali sviluppi geopolitici sul commercio globale? Sono intervenuti Chen Wei, segretario generale e presidente della China Meat Association, e Karl Skold, responsabile economia e agricoltura di JBS.
Ha fatto seguito un intervento molto esaustivo sulla filiera delle carni in Spagna, presentato da Ignasi Pons, segretario generale FECIC, la Federación Empresarial de Carnes e Industrias Cárnicas.
Molto interessante la presentazione del prof. Peer Ederer, Global food system scientist, sull’analisi del comparto tra contraddizioni e opportunità.
Si è inoltre discusso del “Panorama politico per la produzione e il consumo di carne” a livello internazionale, con uno speech del Ministro dell’Agricoltura dell’Uruguay.

Trend di consumo, commercializzazione e benessere animale
Il secondo giorno, la prima presentazione sulle “Tendenze del comportamento dei consumatori” è stata tenuta da Michael Uetz, presidente di Midan Marketing, società di marketing strategico e di ricerca con sede a Chicago, USA. Sono seguite sessioni parallele su due temi di attualità. In primo luogo, “Affrontare la carenza di manodopera: l’automazione dei processi nella macellazione e nella lavorazione”. Molti operatori del settore nelle economie sviluppate devono far fronte ad una carenza di manodopera. Che cosa possono fare le aziende e i governi?
La seconda sessione ha trattato il tema del “Benessere degli animali: che cosa si aspetta la società e come sta rispondendo l’industria”. Grande interesse hanno registrato le presentazioni di due esperti nella commercializzazione di prodotti ad alto valore aggiunto: Isabel Moretti, CEO di Swedish Meats, e Davide Calderone di ASS.I.CA., che ha illustrato il sistema di certificazione DOP e IGP delle carni e dei salumi italiani, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo.

Carne da laboratorio
Una delle sessioni parallele che ha attirato parecchia attenzione è stata quella sulla “Carne coltivata: sfide legali e di mercato”, con la presenza dell’AD di Mosa Meat Maarten Bosch, che produce carne bovina da laboratorio, e di Niyati Goupta, CEO di Fork & Good, società di Singapore che commercializza carne suina da bioreattori ed è già presente sul mercato. Realtà, queste, di un potenziale futuro a noi incomprensibile, totalmente estraneo per visione e, per la sottoscritta, insopportabile per quell’ipocrisia di fondo sempre presente nel voler vendere un’idea di prodotto “naturale, che salverà il Pianeta”.

Sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare
Nel pomeriggio della seconda giornata sono proseguite sessioni sulle strategie per valorizzare ancora di più la sostenibilità nella produzione di carne. Il primo tema è stato “Valorizzare la transizione sostenibile. L’impronta di carbonio della carne: sfide e soluzioni”.
Tra i relatori ricordiamo Jason Clay, vicepresidente senior del World Wildlife Fund (WWF), e Martijn Bouwknegt, Manager Food Safety di Vion Food Group, che ha riportato il lavoro e l’esperienza del Gruppo olandese-tedesco.
L’altro tema in programma è stato “Valorizzare la transizione sostenibile: modelli di mercato per la carne”. La dott.ssa Jenny Hutchinson, responsabile informazioni e analisi presso l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (WOAH), è stata uno dei relatori della sessione finale — “Situazione e prospettive della salute animale globale” —, insieme al dott. Dietrich Rassw, Chief Veterinary Officer della Germania, che ha illustrato le forze in atto nel Paese a contrasto della Peste Suina Africana.


Elena Benedetti

>> Link:
www.wmc2023maastricht.com


In foto, a sinistra: Laurens Hoedemaker, presidente COV, l’Associazione olandese dei produttori di carne. A destra: Davide Calderone, direttore di ASS.I.CA., nel corso del suo speech sullo stato dell’arte del patrimonio di DOP e IGP in Italia e del “Programma Sostenibilità” by ASSI.CA., un documento che afferma e valorizza la sensibilità e la proattività del settore rispetto allo sviluppo sostenibile.



Il comparto carni in Spagna

FECIC, la Federación Empresarial de Carnes e Industrias Cárnicas, è stata fondata nel 1978 per fornire servizi e supporto alle aziende di carne in tutte le loro attività produttive e con la finalità di migliorare la loro competitività all’interno della Federazione. «Operiamo per dare assistenza in materia di qualità, sicurezza alimentare ed export attraverso team innovativi e con forte esperienza» ha sottolineato Ignasi Pons, segretario generale della Federazione. «Lavoriamo con aziende dedicate a tutte le attività produttive, vale a dire macellazione ne taglio lavorazione delle carni e dei sottoprodotti e non ultimo la produzione di prodotti lavorati a base di carne».
Passando a commentare i dati del comparto spagnolo, per quanto concerne i consumi di carne e di prodotti a base di carne Pons ha confermato anche per il 2022 un trend di calo del suino, con un decremento significativo delle carni fresche pari al –10,3%, accompagnato ad una riduzione dei consumi anche nelle carni processate. Sul fronte del bovino la situazione è ancora più cupa, con un calo dei consumi nel 2022 pari al 19,3% rispetto all’anno precedente e corrispondente ad un volume di 177.344 t di prodotto. Ciò significa quindi che il consumo interno non è più condizione sufficiente per garantire la profittabilità del settore. Questo trend di decrescita caratterizza anche l’UE nel suo complesso ma, ciò nonostante, la Spagna resta il mercato con il consumo di carne bovina più elevato in Europa.
Sul fronte delle carni ovine i consumi in Spagna sono molto bassi e si attestano a quasi 1 kg pro-capite su base annua, dettati da ricorrenze e festività e comunque in continuo calo.
Nei primi quattro mesi di quest’anno i maggior consumi per volumi si sono registrati nelle carni avicole, per un totale di 505,80 milioni di kg, mentre per valore sono stati i salumi con 5.055 milioni di euro.
In linea generale il consumatore spagnolo resta affezionato alle proteine animali e si attesta sui 39,5 kg di consumo pro capite annuo. «Nel 95% dei carrelli della spesa in Spagna ci sono carne o prodotti a base di carne» ha ricordato Pons. Il driver di acquisto è sempre il prezzo(60%), mentre l’origine del prodotto che si sta comprando si attesta sul 32%.
Quali sono i temi che preoccupano o frenano gli acquisti? Secondo la FECIC al primo posto c’è il benessere animale, ovvero la necessità di rassicurazioni sulle metodologie di allevamento e cura degli animali da reddito. A seguire c’è la narrazione della zootecnia sul fronte del cambiamento climatico e sulla diffusione di patologie animali. In ultima posizione troviamo la presentazione del prodotto carneo, ovvero il suo aspetto, la sua percezione di freschezza e salubrità (fonte: FECIC – fecic.es).


Cina, numeri e proposte

Il segretario generale e vicepresidente della China Meat Association, Chen Wei, nel corso del suo speech al WMC 23 ha illustrato i macronumeri del comparto delle carni in Cina. Nel primo semestre del 2023, la produzione di carne è cresciuta raggiungendo i 46,82 milioni di tonnellate tra manzo, suino, pollame e ovino, registrando un incremento di 1,64 milioni di tonnellate, pari al +3,6% su base annua. In Cina il consumo annuo pro capite si attesa sui 71 kg e, secondo quanto espresso da Mr. Wei, crescerà ma in misura più lenta rispetto al passato poiché il consumatore medio tenderà nel tempo a focalizzarsi più sulla qualità delle carni scelte e meno sui volumi. Per quanto riguarda la preferenza di prodotto, nei prossimi 10-15 anni si prospetta un consumo medio di carne suina per il 50-55%, di manzo e vitello per il 10%, di carne avicola pari al 30-35% e di ovino per uno scarso 5%. Verso la conclusione del suo intervento Mr. Wei ha poi reso pubbliche alcune proposte:
la creazione di una Giornata mondiale della carne;
la messa in atto in un meccanismo a livello globale per rispondere all’opinione pubblica in modo uniforme e sinergico;
l’attivazione di un sistema di condivisione delle informazioni tra Paesi;
incoraggiare il progresso scientifico e tecnologico (fonte: China Meat Association, chinameat.net).


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