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Reality show con delitto

di Manicardi N.

Dopo i fortunati volumi, tutti editi con Garzanti, “Camilla nella nebbia” e “Camilla e i vizi apparenti”, prosegue la serie giallistica dello scrittore finalese Giuseppe Pederiali che vede come protagonista l’ispettrice Camilla Cagliostro, modenese d’adozione.

E modenese è ancora, pure in quest’ultimo “Camilla e il grande fratello”, l’ambientazione, ricca di personaggi reali e fittizi che si rincorrono dalla prima all’ultima pagina senza un attimo di sosta.

Come sempre, nel caso di un libro giallo, è difficile parlarne senza rivelare qualcosa di troppo che guasti il piacere della lettura.

Giuseppe Pederiali

Camilla e il Grande Fratello

376 pagine, 15 €

Garzanti Libri, 2005 Collana Narratori moderni.

Possiamo dire solo che la storia prende l’avvio dall’incarico ricevuto da Camilla di proteggere una famosa attrice di origine modenese, tornata nella città natale per l’acquisto di una villa, da minacce di morte, che dapprima appaiono poco consistenti ma che ben presto si manifestano in tutta la loro drammatica verità.

L’attrice, infatti, sparisce senza lasciare traccia seguita a ruota da quattro giovani — due uomini e due ragazze — accomunati anch’essi dall’essere tutti modenesi.

La tranquilla atmosfera della provincia viene così sconvolta dal tragico gioco partorito da una mente criminale.

Sulla falsariga del più classico reality show, i quattro rapiti sono costretti a una convivenza spiata e registrata giorno e notte dalle telecamere e mandata in onda da tutte le emittenti televisive nazionali e locali, che non si lasciano sfuggire una così ghiotta occasione di fare audience. Ma questa volta si annuncia una variante atroce: chi viene eliminato dal gioco uscirà dalla Casa ma come cadavere, ucciso dai propri stessi compagni di prigionia e di destino.

Fino all’ultimo, l’unico, che sarà il vincitore e quindi avrà il diritto di sopravvivere.

Camilla si getta nell’indagine con il solito, totale coinvolgimento professionale e personale, scontrandosi però con il famoso supercommissario mandato da Roma per risolvere l’intricata vicenda.

Anche la sua vita privata, come sempre, verrà messa a dura prova dagli accadimenti, che si susseguono in un incalzante crescendo dove ogni cosa fa spettacolo, compresa la sofferenza e perfino la morte.

Giuseppe Pederiali, come sempre abile nel calare nel contesto suspense, depistaggi e colpi di scena, riprende la lezione dei migliori giallisti, riecheggiando talora in alcune situazioni anche la lezione della grande commedia all’italiana, adattata però ai nostri anni inquieti.

Con “Camilla e il Grande Fratello”, tra delitti in diretta e vite recitate, Pederiali racconta la drammatica e turbolenta debolezza di una società costruita in gran parte sull’apparenza. Come se tutto il nostro mondo fosse un palcoscenico, sorvegliato dall’occhio implacabile di un Grande Fratello a cui nulla e nessuno più sfuggire.

Va rimarcata, ancora una volta, la scelta azzeccata della modenesità come sfondo alla narrazione. È uno sfondo che però, come sempre in Pederiali, diventa a sua volta protagonista, in un rimando continuo di ammiccamenti e citazioni che hanno il pregio di riuscire ad incuriosire non solo i lettori modenesi.

Giuseppe Pederiali, nato a Finale Emilia nella Bassa modenese, vive da parecchi anni a Milano. Ha pubblicato vari romanzi, tra cui “Il tesoro del Bigatto”, “La Compagnia della Selva Bella”, “Emiliana”, “L’amica italiana”, i racconti de “L’Osteria della Fòla” e la miscellanea di saggi e di interventi giornalistici di “Padania felix”.

È tradotto in Germania, Inghilterra, Russia, Francia e Giappone.



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