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Speciale Cibus

Cibus 2022 si conferma la piattaforma permanente dell’agroalimentare italiano

di Redazione


L’edizione 2022 di Cibus, organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare, ha superato le attese tornando a numeri pre-pandemia, nonostante l’endemia strisciante del Covid e il conflitto in Ucraina. La 21a edizione della fiera è stata una rappresentazione corale, ma non inaspettata, della vitalità del made in Italy agroalimentare e della manifestazione fieristica che lo rappresenta da oltre quarant’anni. Gli operatori esteri, arrivati grazie al grande lavoro di ICE Agenzia, e quelli italiani hanno potuto approfondire le opportunità dei loro assortimenti scoprendo le migliaia di novità spesso legate alla tradizione dei territori.
La vera novità di Cibus 2022 è proprio che la crisi ha dimostrato la solidità delle imprese a carattere familiare del nostro Paese, che hanno continuato a lavorare e a progettare anche durante l’emergenza pandemica e la crisi ucraina senza lasciarsi scoraggiare, anzi, aumentando i loro sforzi per raggiungere l’eccellenza e la sostenibilità dei loro prodotti. Tutti gli operatori in fiera hanno confermato che il made in Italy agroalimentare è la ricetta ideale non solo per la ristorazione, come possiamo leggere ormai da decenni sulle tavole di tutto il mondo, ma anche per il retail, dove i nostri prodotti si stanno trasformando da nicchia di importazione a mainstream per i consumatori.
Nel corso dei tanti convegni dedicati alle problematiche del fuoricasa, della Grande Distribuzione, delle private label, dell’agricoltura, dell’industria, della ricerca scientifica, è stata ribadita questa migrazione qualitativa dei consumi verso prodotti più sani e più sostenibili dei quali il made in Italy alimentare è campione, proprio grazie alle sue radici e alle sue tradizioni.
Questa domanda, che continua a crescere in doppia cifra, ormai da oltre 10 anni, da parte degli importatori e distributori ha imposto agli organizzatori di calendarizzare Cibus anche nel 2023 (dal 29 al 30 marzo), in armonia con l’altra grande fiera del made in Italy, Vinitaly, in un format più leggero, per consentire agli operatori internazionali di spendere più giorni sul territorio al fine di visitare e conoscere da vicino le imprese che hanno reso celebre l’agroalimentare italiano.
Durante la quarta e ultima giornata, Cibus ha voluto sottolineare il ruolo della ristorazione italiana nel mondo, ambasciatrice della cucina italiana e della molteplicità delle produzioni alimentari del Belpaese. Nel corso del convegno “Il futuro del fuoricasa: la ristorazione al servizio del made in Italy”, l’associazione culturale I Love Italian Food ha riferito di aver creato una rete di circa 20.000 ristoratori, in tutti i continenti, per i quali organizza eventi B2B, food festival e formazione professionale. Le nuove proposte di prodotti alimentari industriali eco-innovativi sono state presentate nella 12a edizione di “Ecotrophelia Italia”, organizzata da Federalimentare, in cui hanno partecipato gli studenti delle Università e degli Istituti Tecnici. Anche quest’anno, infine, si è svolta l’iniziativa Cibus Food Saving, realizzata dal Banco Alimentare per recuperare a fine fiera le eccedenze degli espositori: gli alimenti donati, ancora in perfetto stato, sono andati a 742 strutture caritative convenzionate. È stato poi presentato un progetto di Fondazione Fiera Milano, Fiere di Parma e Federalimentare per realizzare due mense in Ucraina per i profughi che si affollano lungo i confini.




Prosegue la campagna di comunicazione della carne bovina francese
con l’appuntamento a Cibus 2022


Dopo due anni di pandemia si è finalmente riaperta la stagione delle fiere con momenti di incontro e di scambio tra gli operatori a livello internazionale. La filiera della carne bovina francese, sotto l’egida di Interbev, non è mancata all’appello di Cibus 2022 ed ha presenziato nel Padiglione 3 con uno stand nel quale erano ben rappresentate le principali aziende francesi esportatrici tra cui Bigard, Charal, Socopa, Elivia, Bressuire Viandes e Sicarev. Durante i quattro giorni della fiera lo spazio è stato animato dal maestro macellaio (e ristoratore) professionista Donato Turba che, insieme al figlio Daniele, ha realizzato per i visitatori tante preparazioni di tendenza a base di carne bovina francese. Gli attori della filiera francese sono stati protagonisti anche nell’area lounge esterna di Cibus After, un’arena di intrattenimento all’interno del quartiere fieristico per dei momenti di incontro conviviali con i propri partner.
La partecipazione a Cibus rientra nel progetto di comunicazione e promozione sostenuto da Interbev e dal CVBE (club delle aziende esportatrici), che porta la firma “La nostra passione, il nostro impegno”. Tra le attività previste nel 2022 la formazione rivestirà un ruolo importante: da una parte verrà incrementata la realizzazione di video didattici dedicati agli operatori della macelleria e ai meat lovers. L’obiettivo è quello di fornire una serie di elementi tecnici per valorizzare al meglio la carne, tenendo conto delle caratteristiche di ogni taglio. Verranno così sviluppati due nuovi video in complemento ai cinque esistenti e disponibili sul canale YouTube “Carne bovina francese” e nella sezione Formazione del sito web carnebovinafrancese.it
Dall’altra parte verranno coinvolti e sensibilizzati i professionisti del mondo della ristorazione con l’organizzazione di due masterclass dedicate alla carne bovina francese, in collaborazione con Metro Academy e APCI – Associazione Professionale Cuochi Italiani. Infine, continuano anche le attività promozionali in alcune catene di supermercati del Nord e Centro Italia e la campagna media off e on-line sulle principali testate di settore.



Cibus traccia la strada delle riforme comunitarie e il futuro delle private label
Uno dei temi della 21a edizione di Cibus è stato quello di come realiz­zare l’autosufficienza agroali­mentare a livello europeo e quindi le riforme PAC e Farm to Fork. Secondo Paolo De Castro, Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, «si rischia che la transizione ecologica possa mettere gli agricoltori con le spalle al muro, chiedendo loro una forte riduzione della chimica senza alternative concrete». «La pressione sulle aziende rischia di diventare insostenibile e compromettere la qualità di prodotti con degli standard produttivi che non sono solo soggettivi ma anche garantiti dai consorzi di tutela» ha detto Giuseppe Ambrosi, presidente EDA (European Dairy Association) e AD Ambrosi Spa. «L’aumento dei prezzi è una prospettiva inevitabile, che rischia di compromettere lo straordinario trend di crescita dei prodotti italiani», ha sostenuto Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia e AD di Inalca.
Una leva di business decisiva per le industrie alimentari per continuare a crescere sui mercati esteri è rappresentata dai prodotti a marca privata. Se ne è parlato nel convegno “La dinamica delle private label a livello internazionale”. Anna Verga, head of global sales and business development Coop Italian Food, ha ricordato che Coop fornisce prodotti a proprio marchio a importanti catene distributive internazionali, mostrando come anche i retailer italiani riescano a fare export in assenza di catene italiane internazionalizzate.
Un panel di aziende leader nella private label in Italia e all’estero composto da Formec Biffi, Clai, Zanetti Formaggi e Zucchi ha indicato chiaramente quali sono le linee strategiche di approvvigionamento delle principali catene estere, ovvero puntare sui fornitori italiani per intercettare e soddisfare il gusto dei loro consumatori per continuare ad implementare le loro premium store brand. Infatti, il segmento premium della marca privata è l’unico che cresce a livello internazionale, creando valore sullo scaffale e fidelizzazione dei consumatori. Basti pensare che, pur di avere i prodotti DOP, la Francia ha addirittura rinunciato al Nutriscore sulle sue PM. La consapevolezza di questa forza sarà la stella polare per lo sviluppo delle aziende e anche di Cibus nel futuro.

GDO, obiettivi e strategie
La Grande Distribuzione e l’industria hanno accelerato il loro percorso sulla strada della ecosostenibilità, come riferito nel convegno “La sfida sostenibile del sistema alimentare: il ruolo del packaging”, a cui hanno partecipato tra gli altri Francesco Avanzini (direttore generale Conad), Giorgio Santambrogio (AD Gruppo Végé), Marco Pedroni (presidente ADM), con la moderazione di Armando Garosci (Largo Consumo).
Un sostegno concreto alle imprese sul tema della tracciabilità è arrivato da ICE Agenzia, che nel corso del convegno “Blockchain per l’agroalimentare” ha annunciato un nuovo servizio: «Da giugno ICE offrirà alle imprese servizi di operatori qualificati per tracciare e certificare l’origine di prodotto nei diversi step di filiera su tecnologia blockchain» ha affermato Carlo Ferro, presidente di ICE Agenzia. «L’obiettivo è duplice: difesa del brand e contrasto all’Italian sounding e marketing della sostenibilità. Infatti, non c’è marketing della sostenibilità se non c’è tracciabilità dell’origine del prodotto. Regole, comunicazione e strumenti per il contrasto all’Italian sounding: più accordi di libero scambio di nuova generazione, la campagna di Nation branding beIT e ora la tracciabilità su blockchain».


Appuntamento a Cibus
Connecting Foodland
29-30 marzo 2023
Web:
www.cibus.it



Montana, Gruppo Cremonini, lancia gli “Hamburger leggeri”, una nuova linea a tasso ridotto di grassi, senza glutine, da allevamenti 100% italiani

All’interno della cornice di Cibus 2022 e nello spazio del Gruppo Cremonini, Montana ha presentato i nuovi “Hamburger leggeri” di carne bovina, surgelati, con tasso ridotto di grassi (solo l’8%), senza glutine, senza conservanti né allergeni e provenienti da allevamenti italiani al 100%. Si tratta di 4 hamburger da 100 grammi, frutto di una nuova ricetta per dare una opportunità di consumo a tutte le famiglie che devono mettere d’accordo diverse necessità in un unico pasto. Sono perfetti per i consumatori più sensibili agli aspetti salutistici, ideali per chi soffre di intolleranze alimentari perché senza glutine e senza allergeni, ma anche per chi cerca prodotti di carne bovina da filiera italiana corta e controllata e, soprattutto, per tutti quelli che vogliono mangiare di gusto.
Questa nuova linea si inserisce in una tendenza di consumo consolidata da tempo e rafforzata nel periodo pandemico: l’hamburger rappresenta il surgelato di qualità che permette di avere sempre a disposizione un’ottima soluzione in cucina, facile e veloce da preparare, ed estremamente versatile. Non a caso, sia il consumo di hamburger che di surgelati continuano in GD ad avere crescite a volume superiori al periodo pre-Covid, confermando quindi che il consumatore italiano si è abituato alla qualità a portata di mano garantita dal freezer. La shelf-life, fino a 12 mesi, garantisce infatti una disponibilità di lungo periodo.

Inalca Spa è la società del Gruppo Cremonini leader in Europa nella produzione di carni bovine e prodotti trasformati a base di carne, salumi, bacon e snack (con i marchi Inalca, Montana, Manzotin, Italia Alimentari, Fiorani e Ibis), e nella distribuzione internazionale di prodotti alimentari d’eccellenza (Inalca Food & Beverage). La società, con oltre 6.000 dipendenti, controlla tutta la filiera produttiva, dall’allevamento alla distribuzione, e ha registrato nel 2021 ricavi per 2.387,8 milioni di euro, di cui il 40% in esportazioni. La struttura industriale consta di 24 stabilimenti produttivi (16 dei quali in Italia, 8 nel mondo distribuiti tra Russia, Polonia, Canada, Canarie e Hong Kong) e 55 piattaforme logistiche di distribuzione (di cui 29 della controllata IF&B), in Russia, Polonia, Kazakistan, Angola, Algeria, Congo, Repubblica Democratica del Congo, Mozambico, Costa d’Avorio, Capo Verde, Cina, Tailandia, Malesia, Australia). Le aziende agricole sono 9: controllano oltre 100 allevamenti, per una capacità totale di 180.000 capi allevati ogni anno.


Fiorani presenta la nuova linea di prodotti da filiera suina certificata FBA all’insegna del benessere animale e della sostenibilità

Fiorani, società del gruppo Inalca specializzata nella produzione e commercializzazione di carni suine e bovine, è tornata al Cibus di Parma con contenuti di innovazione e sostenibilità grazie al nuovo progetto di filiera suina certifica FBA – Filiera Benessere Animale. L’obiettivo è la valorizzazione delle produzioni suinicole italiane mediante un sistema certificato di controlli che garantisce in tutte le fasi della filiera il benessere animale, la sostenibilità e sicurezza dei mangimi, l’uso responsabile del farmaco veterinario (assente negli ultimi 120 giorni di allevamento) e i più elevati standard di biosicurezza. Alla filiera aderisce un gruppo selezionato di allevamenti e di strutture di macellazione e lavorazione tra loro integrati e coordinati da Inalca secondo i principi ISO 22005, garantendo un parco di circa 100.000 capi suini certificati fin dalla nascita da un organismo terzo riconosciuto (DQA– Dipartimento di Qualità Agroalimentare) con un controllo del 100% dei soggetti in filiera. I prodotti Fiorani così certificati — hamburger, ribs, tagliata, ecc… — sono caratterizzati da un packaging sostenibile e dal logo identificativo FBA – Filiera Benessere Animale.
Come ha spiegato Giovanni Sorlini, Responsabile Qualità, Sicurezza e Ambiente Inalca, «la nuova filiera certificata fa perno su principi di benessere animale che vanno molto oltre quanto previsto dalle norme minime di legge. In particolare vengono garantiti maggiori spazi adeguati, attenzione alla salute fisica e psicologica, alla prevenzione dei rischi biologici e ai criteri nutrizionali degli animali. In più, garantiamo l’assenza di trattamenti antibiotici negli ultimi 120 giorni di allevamento e imponiamo controlli stringenti degli indicatori di benessere animale durante tutte le fasi di trasporto e macellazione».
Anche Clara Maffei, Quality Assurance Specialist di Inalca, ha sottolineato nel corso della presentazione della nuova linea i punti cardine della nuova filiera: la biosicurezza, la sicurezza alimentare, l’utilizzo consapevole del farmaco e il benessere animale. «Oggi i consumatori sono sempre più orientati all’acquisto delle carni da allevamenti sostenibili», ha spiegato Valeria Fiorani, responsabile marketing Fiorani&C., riprendendo alcuni dati di mercato di Mark Up di fine 2021. «Fiorani ha lavorato per portare sulle tavole degli Italiani dei prodotti di carni suine certificate all’insegna del benessere animale e della sostenibilità, realizzando un logo dedicato alla nuova filiera certificata FBA per aiutare il consumatore a fare scelte più consapevoli e significative. Inoltre, anche il packaging di tutti i prodotti della nuova filiera è pensato in modo sostenibile, con cartoncini sottovuoto skin e vassoi certificati FSC».

La nuova Filiera Benessere Animale (FBA) significa:
minore densità in allevamento rispetto ai parametri di legge;
spazi adeguati che favoriscono contatti con i propri simili in tutte le fasi dell’allevamento, con particolare attenzione al parto e allo svezzamento;
giochi a disposizione dei suini per soddisfare la loro naturale curiosità.
«Il consumatore oggi ricerca prodotti sempre più locali e per questo motivo la scelta di Fiorani è stata quella di lavorare su una filiera corta certificata dal DQA in un’area geografica delimitata tra allevamenti suini FBA, macelli, centri lavorazione Fiorani» ha sottolineato Valeria Fiorani nel corso della presentazione del progetto (in foto a lato). A fronte della richiesta sempre più incisiva di packaging sostenibili da parte dei consumatori, Fiorani ha sviluppato cartoncini sottovuoto skin che garantiscono una maggiore shelf-life di prodotto riducendo l’invenduto e aiutando la gestione delle scorte, oltre a vassoi certificati FSC (ovvero l’imballaggio da fonti gestite in modo responsabile). Valeria Fiorani ha inoltre anticipato che in un secondo step di progetto già pianificati ci sarà un upgrade dell’attuale Aticelca C del cartoncino che diverrà Aticelca B, riciclabile nella carta.




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