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Sommet, superati i 100.000 visitatori

di Redazione


Gli organizzatori del Sommet de l’élevage sorridono a fine rassegna. Questa 31a edizione del salone, unanimemente considerato uno degli appuntamenti più importanti a livello europeo per il bestiame da carne, si è infatti conclusa sotto i migliori auspici. «Non solo abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, ma lo abbiamo addirittura superato», si rallegra Fabrice Berthon, commissario generale del Sommet. 105.000 visitatori (5.000 in più rispetto ai 100.000 attesi, NdR), tra i quali quasi 5.000 di provenienza internazionale, hanno passeggiato tra i corridoi del salone. «Bisogna sottolineare l’alta qualità di questa edizione, che ha visti bellissimi concorsi, tra cui il National Charolais, particolarmente rilevante quest’anno a livello di presenze, e un numero record di conferenze tecniche», ha aggiunto il presidente Jacques Chazalet.


Il Sommet della convivialità

Anche per i 1.521 espositori presenti al Sommet questa edizione è stata un grande successo, con affari conclusi tra i corridoi e molti momenti di convivialità, come la serata dei giovani agricoltori. «È stata la prima volta e che prima volta: hanno partecipato 5.000 persone», ha sottolineato Berthon. Come la serata patrocinata dalla Regione Auvergne-Rhône-Alpes, che ha visto riunirsi 1.500 persone, tra espositori, organizzazioni professionali e politiche.


Un importante incontro politico

Questa edizione è stata anche un importante appuntamento politico con la visita di Marc Fesneau, Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, e la presenza di numerose delegazioni parlamentari. «La visita del ministro si è rivelata un’importante opportunità per discutere con gli agricoltori e le organizzazioni professionali ed è stata particolarmente apprezzata», ha rimarcato Chazalet. «Come la visita del presidente del Senato, Gérard Larcher, per la prima volta nella storia del Sommet, che dimostra che il salone rimane un evento politico di primordine». 

5.000 visitatori internazionali

Il 2022 ha segnato anche la ripresa delle visite internazionali, con un’affluenza degna di quella del 2019, ultima edizione ad accogliere tutte le delegazioni straniere. «Abbiamo registrato 5.000 visitatori provenienti da oltre 80 Paesi», ha commentato Benoit Delaloy, responsabile internazionale del salone. Ospite d’onore 2022 è stata la Mongolia, un’operazione riuscita grazie ai legami creatisi negli anni che hanno permesso di preparare adeguatamente l’arrivo della delegazione. «È stata un’operazione ben gestita dall’inizio alla fine, con la realizzazione attività molto concrete: visite agli allevamenti, conferenze, esposizioni di yak, yurte, cucina mongola, ecc…». Ricordiamo solo che la Mongolia è un Paese con un rilevante potenziale agricolo, disponendo di una superficie di 1,5 milioni di km² e di 66 milioni di capi di bestiame per 3 milioni di abitanti. Le vaste steppe lo rendono il luogo ideale per un allevamento estensivo sostenibile in cui il pascolo costituisce l’80% del territorio.

Particolarmente riuscito e apprezzato il Congresso europeo sulla razza Hereford, che ha riunito un centinaio di allevatori provenienti da 10 Paesi. «Questo congresso ha consentito la realizzazione di scambi ricchi e costruttivi e le delegazioni dovrebbero essere ancora più numerose l’anno prossimo, anche perché sono in programma i concorsi nazionali della Limousine per quanto riguarda i bovini da carne e della Bruna per i bovini da latte, due razze di rilevanza internazionale» precisa Bruno Dufayet, presidente di APRAMAC, associazione che organizza i concorsi.


Sensibilizzazione sull’Anno internazionale ONU dei pascoli e dei pastori

Questa edizione ha permesso, tra l’altro, di sensibilizzare il comparto zootecnico e la componente politica sul 202, Anno Internazionale dei Pascoli e dei Pastori per l’ONU. «E tutti sembrano essere d’accordo sul fatto che il punto culminante dell’anno dovrà essere proprio il Sommet, con l’organizzazione di grandi eventi dedicati», ha sottolineato Fabrice Berthon. Consapevole della propria responsabilità e già impegnato in questa direzione, il Sommet ha fatto della dimensione sostenibile la principale ambizione per l’agricoltura di domani, promuovendo tutti le innovazioni in termini di attenzione all’ambiente e alla natura. Questo impegno su larga scala è supportato da una nuova identità visiva: Sommet de l’élevage, Salone mondiale dell’allevamento sostenibile.


Sommet de l’élevage 2023

La prossima edizione si terrà dal 3 al 6 ottobre 2023. «E noi puntiamo ad accogliere 1.600 espositori e 110.000 visitatori» concludono Jacques Chazalet e Fabrice Berthon.

>> Link: www.sommet-elevage.fr


Interesse a apprezzamento per i bovini da carne ANABIC in mostra al Sommet

Luca Panichi, presidente dell’Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani Carne (ANABIC), non ha dubbi: la prima partecipazione alla più importante rassegna europea di bovini da carne, che si inserisce tra le più prestigiose a livello internazionale, ha risposto alle aspettative nel migliore dei modi e ha ripagato gli enormi sforzi organizzativi richiesti. «Non potevamo tornare a casa con una soddisfazione più grande. Gli animali che abbiamo portato in esposizione hanno riscosso un enorme successo di pubblico sia in termini di apprezzamento che di curiosità, soprattutto davanti alla maestosità della loro stazza. Questa nostra prima partecipazione al Sommet de l’Élevage di Clermont Ferrand sancisce per ANABIC l’inizio di un nuovo corso che ha come obiettivo un sempre maggiore impegno verso la valorizzazione dalle razze che l’associazione rappresenta: Chianina, Marchigiana, Romagnola, Maremmana e Podolica e della carne da loro prodotta».

«Proprio così» commenta a sua volta il direttore Stefano Pignani. «Quando siamo partiti con alcuni esemplari di bovini di razza Chianina, Marchigiana e Romagnola da esporre al Sommet avevamo tanto entusiasmo, ma anche qualche timore che si è dissolto velocemente davanti all’affluenza che abbiamo registrato ogni giorno durante la sfilata dei nostri animali e all’interesse manifestato dai numerosissimi visitatori, tutti allevatori e operatori del settore altamente specializzati sia francesi sia provenienti da altri Paesi, che hanno sostato con attenzione davanti agli animali e al nostro stand chiedendo informazioni sempre molto dettagliate sulle razze che ANABIC rappresenta. Si fa presto a capire la portata di questa manifestazione distribuita su oltre 15 ettari di spazio espositivo e molto concentrata, legittimamente, sulle razze francesi: solo la razza Charolaise, una tra le più conosciute e importanti della Francia, quest’anno ha contato in mostra più di 400 capi. Essere riusciti da neofiti di questa kermesse a suscitare attenzione e soprattutto interesse vuole dire aver centrato l’obiettivo che ci eravamo posti: far conoscere con competenza l’eccellenza di alcune razze di bovini da carne italiane».

Numerosi sono stati i contatti con allevatori e operatori del mondo zootecnico provenienti da varie parti del mondo che hanno manifestato un grande interesse nei confronti dei bovini delle razze Chianina, Marchigiana e Romagnola presenti al Sommet de l’Élevage ed emblematica a questo proposito è stata l’intenzione espressa allo stand di ANABIC da un allevatore francese, che all’interno di un processo di diversificazione produttiva del suo allevamento e dopo aver valutato quale razza potrà rispondere meglio alle sue esigenze, ha manifestato l’interesse di introdurre nella sua azienda alcuni capi di bovini di una delle razze rappresentate da ANABIC che intende andare a visitare nelle prossime settimane.

«La nostra partecipazione al Sommet non poteva davvero avere un esito migliore —sottolinea ancora Pignani — a cui hanno contribuito in primis gli allevatori, Marco e Matteo Luchetti di Perugia, Giuseppe Drudi di Rimini e l’azienda agricola dell’Università di Perugia, che con grande professionalità hanno saputo gestire e condurre i loro animali per l’intera durata della manifestazione, a cui va aggiunto il Centro Tori Chiaccherini di Perugia con la sua titolare, Anna Chiaccherini, ispiratrice della partecipazione di ANABIC al Sommet, che ha saputo trasmettere entusiasmo e determinazione. E un grazie speciale va alle Regioni Marche e Umbria che ci hanno supportato con un contributo economico sia per l’allestimento dello stand che per le spese organizzative.

Ora dobbiamo mettere a frutto questo risultato e unirlo a tutto quello che ANABIC sta facendo e farà per la valorizzazione delle carni delle razze Chianina, Marchigiana, Romagnola, Maremmana e Podolica. Non dimentichiamo infatti che studi scientificamente documentati hanno dimostrato che la carne di questi animali contiene un basso livello di colesterolo e che sono ricche di grassi insaturi e povere di grassi saturi. Non solo l’allevamento di questi animali, che per il 70% dei 160.000 soggetti allevati nei 5.000 allevamenti associati a ANABIC avviene al pascolo, rappresenta un baluardo a tutela della biodiversità, del territorio e di quel concetto sempre più ampio racchiuso nel termine “sostenibilità”, ma è un enorme patrimonio che valorizza il territorio e a sua volta merita un’adeguata valorizzazione anche commerciale, in Italia e nel mondo».

>> Link: www.anabic.it



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