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Convegni

Seminario sull’agrobiodiversità  in Portogallo

di Gaddini A.

Dal 7 al 9 settembre scorsi il Portogallo ha ospitato l’11º Seminario europeo sull’Agrobiodiversità, nel quadro del congresso annuale del network SAVE (Safeguard for Agricultural Varieties in Europe, www.save-foundation.net/?lang=en) promosso dall’omonima fondazione. La fondazione SAVE, attiva da oltre 20 anni, si occupa della difesa della biodiversità agraria e zootecnica, con iniziative a livello nazionale e transnazionale per la protezione delle varietà vegetali e delle razze zootecniche autoctone a rischio di estinzione. Il network SAVE comprende 24 organizzazioni di 16 paesi europei che si occupano di conoscere e caratterizzare le varietà e le razze minacciate e di promuoverne la conservazione, anche con assistenza tecnica e supporto pratico.
La conservazione della biodiversità in agricoltura appare sempre più importante alla luce del cambiamento climatico in corso, che consiglia di disporre di una “cassetta degli attrezzi” genetica più ampia possibile, per consentire di allevare animali e coltivare piante in ambienti che diventeranno sempre più inospitali per le attuali varietà e razze selezionate. Quindi le razze e varietà del passato, lungi dall’essere vestigia da conservare come ricordo, sono preziose risorse per l’agricoltura del futuro, per le loro limitate esigenze, per il basso impatto ambientale e il forte adattamento all’ambiente in cui sono allevate. Il principio ispiratore della conservazione della biodiversità zootecnica è che il miglior modo di salvare una razza è di usarla, garantendole quindi una vitalità economica, soprattutto attraverso la gastronomia e il turismo.
Il seminario è stato ospitato dall’Escola Superior de Agricultura, che ha sede nell’affascinante scenario del convento di Refoios do Lima, nel nord del Portogallo, non lontano dall’Oceano Atlantico e dal confine con la Spagna. Questa edizione del seminario ha avuto per tema l’impatto della PAC (Politica Agricola Comune) dell’Unione Europea sulla salvaguardia della biodiversità.
Dagli interventi dei relatori, di varie nazionalità, sono emersi problemi collegati alla normativa europea, non disegnata per le realtà agricole minori e a basso impatto; la necessità di sensibilizzare i decisori politici sull’importanza della biodiversità; casi pratici che evidenziano come le emergenze comuni a tutti i settori agricoli diventano più pressanti per sistemi agricoli di piccole dimensioni: ad esempio, i provvedimenti sanitari di abbattimento di capi all’emergere di focolai di malattie contagiose possono creare seri problemi per la sopravvivenza di razze zootecniche con consistenze ridotte.
Per questo, in alcuni paesi, alle aziende detentrici di razze in via di estinzione è applicata un’esenzione dallo stamping out in caso di epizoozie, anche se l’applicazione del provvedimento è spesso difficoltosa, per la scarsa chiarezza delle norme, che rende possibili interpretazioni restrittive da parte dei veterinari ufficiali.
Un’altra conseguenza negativa, seppure indiretta, della PAC sugli allevamenti estensivi, è stata causata nei Paesi Bassi dalla fine del regime delle quote latte, con conseguente forte aumento del numero di vacche da latte allevate e sforamento del limite di fosfati prodotti. Questo ha portato ad istituire un regime di diritti per la produzione di fosforo, che ha costretto ad una riduzione del numero di capi allevati, con conseguenze più pesanti per le piccole aziende. L’esenzione delle razze da carne e dei vitelli delle razze da latte dal regime dei diritti “produzione fosforo” ha in seguito mitigato questi effetti negativi.
Il convegno si è svolto in concomitanza con le Feiras Novas di Ponte de Lima, manifestazione fieristica locale, nel cui ambito si è tenuto il concorso delle razze bovine Cachena, Barrosã e Minhota, razze da carne locali, tutte munite di marchio di denominazione d’origine protetta.
Andrea Gaddini



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