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Culatello d'Oro 2002 il premio raddoppia

di Borghi G.

È giunto alla sua settima edizione il Premio “Culatello d’oro”, ambito riconoscimento nato grazie alla volontà del Consorzio culatello di Zibello, con l’intento di ringraziare coloro che si prodigano nella valorizzazione delle materie prime e dei prodotti tipici delle proprie terre.

Sullo sfondo della quattrocentesca Rocca di Sissa, uno degli 8 comuni che possono lavorare e produrre il Culatello di Zibello Dop (gli altri sette, oltre a Sissa, sono: Polesine, Busseto, Soragna, Roccabianca, San Secondo, Colorno e, naturalmente, Zibello), la consegna del premio, quest’anno volutamente“raddoppiato”, è stata preceduta dalla presentazione del volume “Rapporto sullo stato dell’agroalimentare in Italia nel 2000” e dall’interessante convegno “I luoghi del gusto”.

Rapporto sullo stato dell’agroalimentare in Italia nel 2000

Giunto alla sua quarta annualità, il testo curato dal prof. Fausto Cantarelli — professore ordinario di Economia agroalimentare e direttore dell’istituto di economia rurale e zooeconomia presso l’Università degli studi di Parma — già con la pubblicazione del 1° volume, aveva suscitato l’interesse sia degli addetti ai lavori che di quanti sono curiosi di conoscere i procedimenti e le trasformazioni cui vengono sottoposti i prodotti alimentari prima di arrivare sulle nostre tavole. A presentare il volume, oltre al curatore, Andrea Zanlari, presidente della camera di Commercio di Parma, e l’Avvocato Walter Gaibazzi, presidente della fondazione Monte di Parma, a rappresentare i due enti che hanno contribuito alla pubblicazione.


L’ingresso al buffet allestito per gli ospiti presenti al convegno.

Come consumatori siamo sempre più attenti alla qualità del cibo, hanno spiegato i relatori, e come eredi di una nazione fino a ieri contadina, con tradizioni alimentari e una cultura gastronomica consolidate, ci sta a cuore la continuità col nostro passato e il vento della globalizzazione alimentareche suscita perplessità e ragionate diffidenze. Questo Rapporto, facendo il punto della situazione in un settore così importante e delicato, diventa una guida alla comprensione del sistema di produzione e di consumo alimentare nel nostro paese. L’attenta analisi congiunturale dei dati relativi ai diversi settori produttivi e all’industria alimentare, alla distribuzione e ai consumi, l’esame degli aspetti legati al mercato, agli scenari internazionale e comunitario, l’attenzione rivolta alle problematiche nutrizionali e alla sociologia culturale dei consumi, alle tendenze attuali dell’industria alimentare, alla valorizzazione e tutela giuridica dei prodotti agroalimentari, agli aspetti legati alla qualità, alla tipicità e alla sicurezza alimentare, lo rendono un utile strumento di supporto all’attività delle imprese, alla ricerca e alla cultura.

Temi ricorrenti da diversi anni quelli della qualità e della sicurezza alimentare, in particolare a Parma che è stata sede di numerosi eventi sull’argomento; una città che, come ha voluto sottolineare il prof. Cantarelli, ha un ruolo basilare nell’agroalimentare, elemento trainante di molte altre attività, prime fra tutte il turismo. Ruolo che tra l’altro l’ha portata alle soglie dell’Authority.

I luoghi del gusto

Prendendo spunto dal titolo di un libro di Davide Paolini, noto giornalista e “gastronauta”, il convegno che ha preceduto la consegna del Culatello d’oro ha visto la partecipazione di sindaci e rappresentanti di associazioni che hanno fatto del legame cibo-turismo un’arma vincente per le proprie attività.

Alcuni prodotti tipici, veri e propri “giacimenti gastronomici”, sono sempre più spesso l’ingrediente base per una crescita economica di molte aree depresse della penisola. Non più solamente cibi da assaggiare, nettari sopraffini da degustare, ma autentico motivo di richiamo per i nuovi viaggiatori del gusto che si spingono in aree fino a pochi anni fa assolutamente ignorate dal turismo.

E che il turismo del sapore sia in crescita lo dimostrano i dati relativi ad alcune aree specifiche come il distretto del culatello o come Acqualagna e Alba, veri e propri templi del tartufo. Lo stesso Paolini, presente a Sissa in qualità di moderatore, ha esposto alla platea le principali sostenute ne “I luoghi del gusto”, richiamando poi gli altri relatori a raccontare ai numerosi intervenuti le proprie esperienze “sul campo” come prova della veridicità di queste idee.

Bruno Capanna, sindaco di Acqualagna, un comune di 4mila abitanti nella provincia di Pesaro, ha dichiarato che il proprio paese, un tempo considerato assolutamente al di fuori delle tradizionali mete turistiche, grazie ad un’antica tradizione nella ricerca e nella commercializzazione del tartufo ha saputo farsi conoscere a livello internazionale. Un semplice slogan che richiamava l’attenzione sul fatto che solo ad Acqualagna fosse possibile trovare il tartufo per tutto l’anno, ha generato un “vortice positivo” che ha rafforzato le aziende e i commercianti della zona consolida la loro posizione nel mercato mondiale. Un boom turistico di cui hanno beneficiato anche tutti i comuni limitrofi.


A ricevere il “Culatello d’Oro”, per l’estero è stato Julio
Revilla (a sinistra), presidente del Consorcio de Jabugo;
per l’Italia il premio è andato all’Assessore regionale
all’agricoltura dell’Emilia Romagna Guido Tampieri (a destra).

Stessa situazione o quasi per Alba e tutta la zona delle Langhe e del Roero che ha visto crescere in maniera esponenziale il numero delle proprie attività alberghiere ed extraalberghiere (soprattutto agriturismi) di qualità, e delle attività commerciali legate ai prodotti tipici, in questa particolare area vini e tartufo.

Una considerazione da tenere presente in questi casi, ha però tenuto a ricordare il responsabile dell’Associazione Turistica delle Langhe, Sig. Carbone, è che il passo successivo alla promozione del prodotto deve essere sempre la tutela e la salvaguardia dell’ambiente.

La parola quindi è passata a Giorgio Quarantelli, sindaco di Zibello, che ha voluto sottolineare l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato nella valorizzazione dei prodotti tipici e quindi del territorio. Nel caso di Zibello in particolare è stata basilare l’intesa tra le amministrazioni comunali dei paesi all’interno del distretto e il Consorzio di promozione del Culatello, che ha contribuito posizionare in maniera rilevante il prodotto all’interno del mercato e, prima dell’ottenimento della DOP, ne ha impedito la stessa scomparsa.

Ma l’area della Bassa non produce solo culatelli ed è per questo che il Comune di Sissa, rappresentato dal suo massimo cittadino, Angela Fornia, sta promuovendo un altro salume dalle antichissime tradizioni (le fonti sono datate fino al 1170), la Spalla Cruda di Palasone.

Il presidente della Camera di Commercio Zanlari si è invece soffermato sul ruolo che il territorio intorno a Parma ha sempre rivestito fin dall’antichità, ossia punto di riferimento per il mangiar bene. Già nel 1300 infatti il pellegrinaggio religioso sulla via Emilia aveva fatto nascere un gran numetro trattorie. Oggi è rimasta la tradizione alla quale si è aggiunta l’innovazione tecnologica. Un territorio sano, non inquinato, che produce prodotti di altissima qualità richiamando turismo. In questo senso è importante puntare anche all’unione di più consorzi, in rappresentanza di differenti prodotti tipici, così da promuovere insieme intere aree. Il nuovo turtista chiede di conoscere l’ambiente dove nasce il prodotto, il suo produttore (la tracciabilità) e, nello stesso tempo, servizi maggiori, magari di lusso. Ed è per questo motivo che occorre investire nelle strutture di ricezione turistica.

E Stefano Campatelli, direttore del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, ha confermato che per quanto riguarda il proprio territorio di competenza la domanda turistica ha ampiamente superato l’offerta.

Guido Pasi, assessore al turismo per la Regione Emilia Romagna, ha voluto ribadire la tesi del ruolo del cibo come elemento cardine per entrare in contatto con la specificità del territorio. Il Belpaese, con le sue città d’arte, è anche il Buonpaese e i luoghi del sapore sono le nuove mete del turismo.

Guido Tampieri, assessore all’Agricoltura Regione Emilia Romagna, si è soffermato sugli aspetti positivi della globalizzazione, grazie alla quale «ci si può far vedere anche se si é piccoli». Inoltre il processo di omologazione porta invitabilmente a riscoprire il bisogno di identità e il cibo appaga esattamente questa necessità, oltre ad essere un piacere.

La nostra società accellerata ha fatto cambiare la nostra percezione del tempo e dei luoghi. L’idea della vacanza è legata esattamente alla volontà di riappropriarsi del tempo; da qui in fondo è nata anche l’idea di SlowFood.

In conclusione ha preso la parola Massimo Spigaroli, presidente del Consorzio del Culatello di Zibello, nonché, come lo ha definito Davide Paolini, “leader” indiscusso, ossia motore dello sviluppo locale. La valorizzazione del territorio e di un suo prodotto potrebbe essere destinata al fallimento se si non si possiedono due fattori: la conoscenza delle risorse e le competenze. Competenze che significano grande serietà e norme rigorose da seguire nella lavorazione del prodotto (basti pensare che Il Consorzio del Culatello si è autoimposto un disciplinare più ristretto di quello previsto dalla Comunità) e anche capacità di leggere il terroir, per mantenere e vendere la cultura materiale così da aggiungere un valore aggiuntivo al prodotto e all’offerta turistica.

Occorre creare eventi, iniziative: un esempio è rappresentato dalla Maialonga, un percorso enogastronomico guidato in bicicletta sulla Strada del Culatello di Zibello. L’itinerario comprende un centinaio tra salumifici, caseifici, produttori di vino, e attraversa rocche e castelli, testimonianze verdiane e località care a Guareschi. Percorsi intervallati da degustazioni (dal culatello di Zibello al Parmigiano Reggiano, ai vini) e da tragitti sulle “diligenze del Po”, i barconi che riprendono a navigare da Torricella a Polesine. Un grande successo, con prenotazioni da tutta Italia già per la prossima edizione, a testimonianza del fatto che a volte i sogni, se corredati da grande impegno e volontà, possono trasformarsi in realtà.

La premiazione

Dal 1996, anno della prima edizione del premio, in cui presso la Rocca dei Principi di Soragna venne insignito dell’onorificenza il celebre chef francese Georges Blanc, siamo arrivati al 2002 e il Culatello d’Oro è “raddoppiato”. È infatti stato conferito dal presidente Spigaroli, durante la cena di gala svoltasi all’interno della Rocca di Sissa, sia ad una personalità estera, che ad una personalità italiana.

A ricevere il “Culatello d’Oro per l’estero” è stato Julio Revilla, presidente del Consorcio de Jabugo, con la seguente motivazione: «Per l’impegno e le scelte strategiche adottate nel fare da volano alla riscoperta di un patrimonio alimentare che oggi è apprezzato e richiesto in tutto il mondo; favorendo anche una nuova stagione del turismo e di conseguenza una rinnovata economia in territori a vocazione rurale ed agricola che altrimenti avrebbero rischiato l’abbandono».

Guido Tampieri ha ricevuto invece il “Culatello d’Oro per l’Italia” con la seguente motivazione: «Per la capacità e la determinazione dimostrata nella definizione e concreta realizzazione di un’immagine dell’Emilia-Romagna dinamica, produttiva e ricca di cultura, idee e capacità. Oggi il nostro territorio è conosciuto da tutti, portando un beneficio all’economia delle sue produzioni e alla qualità della vita dei suoi abitanti e dei suoi visitatori. Il premio che viene consegnato è un piccolo e modesto omaggio alle sue azioni».

Gaia Borghi



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