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Prove schiaccianti: il maiale va assolto

di Quaquaro R.

Ma è proprio vero che fa male alla salute, che fa impazzire il colesterolo, che è meglio dimenticarlo se vogliamo vivere sani e belli? Queste accuse, il maiale se le sente ripetere da anni. Messo al bando da dietologi e salutisti, ha dovuto subire un vero e proprio ostracismo. Per non parlare dell’irriguardoso uso del suo nome tirato in ballo soltanto quando si vuole offendere. Ma è giusto condannare qualcuno, foss’anche un animale, senza uno straccio di prova e, soprattutto senza dargli la possibilità di difendersi? Perché bandirlo dalla tavola in nome di una odiosa quanto infondata presunzione di colpevolezza?


A sinistra: il pubblico ministero Sergio Grasso e
al banco degli imputati, a sostegno dell’accusa,
la vegetariana Raffaella Ongaro.

A dare la possibilità di riscatto all’animale più generoso che si conosca ( non c’è parte del suo corpo che vada sprecata, dalle orecchie agli zampetti) Castelnuovo Rangone comune alle porte di Modena la cui economia è talmente legata al prezioso animale da dedicargli addirittura un monumento, un luccicante maialino in bronzo nella piazza del Torrione. E dove ogni anno si confeziona un superzampone da Guinness dei primati, roba da sfamare centinaia e centinaia di persone, alla faccia dei pregiudizi gastronomici.

Il 13 ottobre in piazza a Castelnuovo il maiale si è ritrovato alla sbarra, imputato in un processo semiserio con tanto di accusa, difesa, testimoni e giuria. Alla fine il verdetto è stato di assoluzione, a furor di popolo, con lo stesso pubblico ministero costretto ad ammettere: "Anch’io lo amo". Ma non pensate a una sentenza dettata da eccessiva benevolenza o, peggio, inficiata da "inquinamento ambientale": in fondo da queste parti i maiali ospiti degli allevamenti sono grosso modo il doppio degli abitanti... Nossignore: semplicemente il maiale è finalmente riuscito a dimostrare che mentre i suoi pregi sono assolutamente certi, sui difetti non ci sono prove, sono tutte dicerie.

Merito, in gran parte, dell’appassionata difesa dell’avvocato di parte, nella persona di Edoardo Raspelli, uno dei critici gastronomici più severi d’Italia e, dunque, al di sopra di ogni sospetto. Ha ribattuto punto per punto alle accuse del pubblico ministero Sergio Grasso, forte di tanti anni di onorato servizio culinario alle spalle. Eppure i capi d’imputazione erano gravissimi: dall’attentato alla pubblica salute agli atti osceni, dalla concorrenza sleale all’omicidio (di Mozart), oltre alla responsabilità di diverse patologie cardiovascolari.

"Stupidaggini" a giudizio della difesa. "Il maiale — ha obiettato Raspelli — è buono, leggero e intelligente, il grasso è il veicolo dei sapori. E, in fondo, un uomo senza pancia è come un cielo senza stelle".

I testi dell’accusa vanno a ricercare le prove di colpevolezza addirittura nell’antichità, e arrivano a produrre un documento del 1300 che parla di "animale sudicio e immondo". Ribatte un teste della difesa: lo apprezzavano già gli antichi romani, che con un maiale campavano un anno intero.

La testimonianza determinante è quella del Professor Andrea Strata, docente di Nutrizione clinica all’Università di Parma e dietologo di Luciano Pavarotti, uno che, da buon modenese, certo avrebbe potuto testimoniare a favore di braciole e insaccati. Fa ingrassare? È ricco di calorie? Tutto vero, ma non c’è alcun problema se mangiato con moderazione. E in fondo, questo vale un po’ per tutto: perché prendersela soltanto con i suini?

Finisce con un verdetto d’assoluzione, pronunciato da una presidente di giuria che certamente non è sospettabile di abuso di carni di maiale: Serena Bonanno, protagonista della soap Centovetrine. Applausi a non finire, ma i veri festeggiamenti sono davanti a una salsicciata gigante. A ricordare a tutti che quel brav’animale del porco va sì amato da vivo, ma è da morto che da il meglio di sé.

Raffaella Quaquaro

(Fonte: La Stampa del 14-10-2001)



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